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Pepe: “Chiamavo Cannavaro per cognome, Ancelotti mi voleva in campo per forza”

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Képler Laveran Lima Ferreira, per tutti Pepe. Una leggenda del calcio portoghese e una colonna per molti anni del Real Madrid. Uno che non si è mai spaventato di nulla, ma che di qualcuno ha avuto un po'...di soggezione. Per la precisione, di...

Redazione Il Posticipo

Képler Laveran Lima Ferreira, per tutti Pepe. Una leggenda del calcio portoghese e una colonna per molti anni del Real Madrid. Uno che non si è mai spaventato di nulla, ma che di qualcuno ha avuto un po'...di soggezione. Per la precisione, di due italiani. Parlando a Expresso, il centrale ha raccontato parecchi aneddoti della sua vita alla Casa Blanca, soffermandosi anche sul rapporto con Cannavaro e Ancelotti.

CANNAVARO - Il primo incontro con il Pallone d'Oro 2006...non va benissimo. "Beh, adesso lo posso raccontare perché sono passati molti anni e con Cannavaro siamo amici. All'inizio della preparazione praticamente non parlavo mai, mi allenavo e guardavo gli altri, perché sono uno che osserva. Mentre andavamo in Austria con l'aereo, Cannavaro si siede davanti a me. Ho visto che stava leggendo una rivista, mi sono fatto coraggio e gli ho detto, parlando a bassa voce: 'Cannavaro, Cannavaro, mi passi la rivista?'. Lui si è girato, mi ha guardato e mi ha detto: 'Cannavaro? Mi chiamo Fabio".

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ANCELOTTI - Nel 2013, in un momento complicato, arriva Ancelotti. "Quando è arrivato io ero in vacanza e le cose non andavano molto bene. C'era stata confusione con Mou, la stampa spagnola parlava della mia situazione... Ancelotti mi chiama ed è onestissimo dicendomi che ero la sua terza scelta dietro Ramos e Varane. Gli ho chiesto se fosse il caso di andarmene, mi ha risposto di no. E che avremmo vinto. E così è stato". Un rapporto ottimo, al punto che, nonostante un infortunio, Ancelotti vorrebbe far giocare a Pepe almeno un pezzo di finale di Champions. "Per una ventina di giorni non mi sono allenato e prima della finale di Lisbona ho detto a Ancelotti che avevo ancora dolore. Mi ha offerto di entrare anche solo per un minuto, anche per essere in foto. Gli ho risposto di non sprecare una sostituzione. Non ho bisogno di giocare per sapere di aver vinto la Champions'".