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Le confessioni di Chilavert: “La leadership non ti fa essere amico di tutti. Qualcuno mi odiava”

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Chilavert, un faro da seguire per i calciatori delle generazioni successive. La leadership, però, non è tutta rose e fiori e l’ex portiere ha addirittura spiegato che qualcuno... lo odiava.

Redazione Il Posticipo

Ci sono i giocatori di calcio e poi ci sono le leggende. Come José Luis Chilavert, un mito in patria. Leggendario sia come calciatore di punizioni che per la sua personalità che lo ha reso un idolo per molti compagni. Un faro. La leadership, però, non è tutta rose e fiori e l’ex portiere qualche tempo fa ha spiegato, come riportato da Infobae, che qualcuno... lo odiava.

CARBONELLA

Il portiere del Paraguay ha ripercorso la sua carriera spiegando come fosse amato, temuto e qualche volta anche odiato.  “Prima della Coppa del Mondo i giocatori si allenavano alle 10 del mattino perché in questo modo la notte si poteva anche andare a letto tardi. In estate, però, alle 10 del mattino in Paraguay puoi fare un barbecue senza carbonella. Per questo quando ci siamo incontrati il ​​primo giorno, abbiamo scelto che la squadra si sarebbe allenata dalle 7 alle 9. Alcuni colleghi mi hanno odiato, ma ritengo di essere stato io a cambiare la mentalità dei calciatori paraguaiani in nazionale.  A chi si rifiutava, ho detto di non venire, in modo che solo chi avesse voluto il massimo per il Paraguay sarebbe stato del gruppo. E infatti lavorammo sodo e giocammo un gran bel mondiale nel 1998". 

LEADERSHIP

Il leggendario estremo difensore è consapevole che essere un leader ti porta sì il rispetto, ma non l'amicizia di tutti: “L'essere un professionista ti porta a non essere amico di tutti. C'è sempre una sana competizione ma  anche invidia perché non tutti hanno vinto e raggiunto traguardi e guadagni come me. E qualcuno potrebbe guardarti in modo diverso. Conoscevo solo un modo di coinvolgere tutti. Parlare seriamente, essere il primo ad arrivare all'allenamento e l'ultimo ad andarsene, correggere i difetti e parlare con un compagno se si commettono errori: è l'unico modo per avere successo". E lui ce l’ha avuto, portando il Paraguay a livelli altissimi. Con buona pace di chi per questo l’ha odiato…