I soldi non fanno la felicità. Almeno non sempre; la Lazio ne rappresenta un esempio lampante nel nostro campionato. Con pochi investimenti ma mirati, Inzaghi sta dimostrando, non senza merito, di saper padroneggiare un'arma non convenzionale che si è ritrovato in mano quasi per caso.
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Lotito & Tare, i due alchimisti del mercato della Lazio
I soldi non fanno la felicità, la Lazio lo dimostra. Con pochi investimenti ma mirati, Inzaghi si è ritrovato in mano una rosa eccezionale.
Lotito e Tare, la coppia che vince
Innegabile quanto il Lotito-personaggio ancora non sia riuscito ad acclimatarsi nell'ambiente laziale. I tifosi non dimostrano approvazione nonostante i recenti risultati, ma alla fine, il patron non sembra perderci il sonno: le sue dichiarazioni da sempre generano non poche antipatie tra avversari e non. Negli ultimi anni abbiamo vinto più di Napoli, Fiorentina e tante altre; ed effettivamente ha ragione. Dalla sua ascesa al trono biancoceleste, che era stato lasciato pieno di tarli dall'ex presidente Cragnotti, la Lazio ha vinto diversi trofei: due coppe Italia e due Supercoppe. Dal 2009 a collaborare con Lotito come direttore sportivo c'è il gigantesco ex attaccante biancoceleste Igli Tare. L'albanese lavora sodo per mantenersi il posto, consapevole che alla Lazio non basta azzeccare un paio di operazioni per campare di rendita. E il DS ne ha effettivamente azzeccate più di un paio, al punto che la squadra, che ai nastri di partenza poteva sembrare indebolita dalle partenze di Keita e Biglia, si sta dimostrando una sorta di mina vagante.
Con Tare plusvalenze tecniche ed economiche
Torniamo indietro di due anni. Dopo l'infelice addio dell'ex capitano Mauri lo scenario nella Roma biancoceleste è simile a quello di Waterloo. Ma proprio dal Belgio, dal Genk, Tare pesca l'asso, o il jolly vista la duttilità: Milinkovic-Savic. Un metro e novantuno di tecnica e dinamismo, arrivato comunque nella più completa sfiducia e pian piano diventato oggetto di attenzioni europee di primo livello. Un altro caso rilevante è quello di Ciro Immobile: dopo l'affermazione e il successivo naufragio europeo è ad oggi l'attaccante (italiano) più forte del nostro campionato. 8 goal in 6 partite: un dato che parla da sè. E sebbene la sua resurrezione sia un miracolo attribuibile tecnicamente ad Inzaghi, gran parte del merito è proprio del DS albanese che ha creduto nel biondo di Torre Annunziata.
La Lazio si ritrova in casa un patrimonio
A Formello staranno preparando una stanza apposita per far spazio alla pioggia di assegni che potrebbe arrivare nelle prossime sessioni di mercato. De Vrji, arrivato sulla via Cassia per 7 milioni, potrebbe andar via con una clausola da 25 sul contratto l'olandese starebbe per firmare. Neanche troppi, considerando l'età del difensore. Milinkovic-Savic, pagato una decina di milioni, avrebbe portato a Lotito un'offerta intorno ai 40 da parte della Juventus, rifiutata senza pensarci troppo. E presumibilmente un altro nome caldo per le prossime sessioni di mercato in casa Lazio sarà quello dello spagnolo Luis Alberto, finalmente valorizzato dal tecnico dopo essere arrivato per 4 milioni come sostituto di Candreva e messo in un cassetto. Rispolverato, in campo non ci sta poi così male.
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