Un mezzo passo falso che costa carissimo. La Lazio si ferma in casa nella giornata in cui tutte le dirette concorrenti incamerano i tre punti. Il pareggio con il Bologna costa la zona Champions, ma c’è ancora tanto da giocare. Purché la Lazio ritrovi brillantezza. La sensazione è che l’Europa League possa costare punti preziosi nella corsa all’Europa che conta.
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Lazio, fatica da Europa League?
La Lazio impatta con il Bologna nella giornata sbagliata, in cui tutte le dirette concorrenti per la Champions vincono. La stanchezza si fa sentire, incidendo nelle scelte di Inzaghi.
Una Lazio iperoffensiva, ma c’è un perché…
Una Lazio quasi inedita figlia delle necessità, più delle scelte. Inzaghi ha fatto la conta e si è ritrovato senza Lulic e Milinkovic. E allora ha preferito il vecchio adagio. Se non puoi frenare, accelera. Nani dall’inizio con Immobile e Luis Alberto e Felipe Anderson a tutta fascia, in un ruolo in cui il brasiliano continua a manifestare qualche disagio. Una scelta evidentemente dettata dalle fatiche di Kiev. Non ha pagato. Succede. In ogni caso esiste una spiegazione. Inzaghi, preso atto della fatica accumulata dai suoi, ha (giustamente) pensato di chiudere presto e bene la pratica Bologna per gestire il vantaggio lungo l’arco dei 90’. Un errore sfortunato di Strakosha (ma resta ingiusto gettare la croce addosso a uno dei migliori protagonisti sinora) e un possibile rigore negato che nessuno fra i biancocelesti ha voglia di commentare, hano scompaginato i piani, trasformando una “tappa” di media difficoltà in una salita dolomitica. Non a caso la Lazio ha trovato quasi immediatamente il gol del pari, salvo calare alla distanza.
Lazio appannamento o fatica?
La Lazio è migliorata in equilibri nei secondi 45’ ma non è comunque più tonica, né padrone del campo come accadeva in passato. Nel secondo tempo Felipe Anderson è tornato a fare la seconda punta, ma la squadra ha fatto fatica, come spesso le accade nelle ultime partite. È difficile gestire il doppio impegno? Evidentemente le energie iniziano a scemare. In questo senso è vero che le vittorie portano entusiasmo, ma è altrettanto innegabile che vi sia una perdita di brillantezza. Dettata non solo dalle scelte tattiche. Nell’ultimo quarto di gara, l’appannamento si è trasformato in fatica. Pochi tentativi, e negli ultimi minuti il Bologna si è anche permesso il lusso di tenere a debita distanza i biancocelesti. Resta da capire se la fase di stanca sia dettata dai tanti impegni ravvicinati o vi sia anche qualche problema tattico. Al netto di alcune prestazioni sottotono, ritmi, qualità e intensità sono diversi rispetto a poche settimane fa. È il momento di stringere i denti. E la pausa, mai come questa volta, è una benedizione.
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