Tra le cose memorabili di questa edizione della Coppa d'Africa c'è certamente Tunisia-Mali, la partita in cui l'arbitro Janny Sikazwe ha fischiato anticipatamente la fine della gara. E non una, ma addirittura due volte, prima al minuto 85 e poi a quindici secondi dal novantesimo, quando ci si potevano aspettare almeno cinque minuti di recupero. Il capo degli arbitri della Coppa d'Africa ha spiegato che Sikazwe ha sofferto per un'insolazione durante il match e ha perso la concentrazione (assieme, evidentemente, al senso del tempo). Una versione che lo stesso Sikazwe ha confermato, in dichiarazioni raccolte da AS.

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L’arbitro di Tunisia-Mali: “Me l’ha detto Dio di fischiare la fine o sarei tornato nello Zambia in una bara!”
Janny Sikazwe, l'arbitro più celebre di questa Coppa d'Africa, spiega cosa l'abbia portato a fischiare due volte in anticipo la fine di Tunisia-Mali. Un colpo di calore così forte che lo ha fatto rischiare grosso...
CALDO - "Faceva molto caldo quel giorno, l'umidità era superiore all'85%. Dopo il riscaldamento ho capito che le condizioni sarebbero state dure. Anche dopo aver bevuto acqua per rinfrescarmi, era come se non lo avessi fatto. Però noi arbitri siamo come soldati, quindi eravamo pronti per andare avanti. Alla fine del primo tempo siamo arrivati negli spogliatoi in anticipo, prima ancora della persona che aveva le chiavi. Ci siamo messi con le gambe in alto per rilassarci, poi è arrivata la persona con le chiavi e abbiamo bevuto un po' d'acqua. Ma durante il secondo tempo era come se non mi fossi riposato per nulla, non riuscivo a sentire niente, mi parlavano ma non capivo. È stata una situazione stranissima. Il giorno dopo mi hanno portato all'ospedale. Io dicevo che stavo bene, ma hanno insistito, mi hanno fatto un elettrocardiogramma per vedere come il mio cuore reagiva allo sforzo fisico e mi hanno fatto anche le analisi del sangue, ma i risultati sono stati normali".
IN UNA BARA - Insomma, niente problematiche particolari, ma solo un gran colpo di calore. "Ho rischiato di tornare nello Zambia in una bara, ci sono andato vicino… La gente ha fatto tantissimi commenti negativi su come ho gestito la partita, ma è dipeso tutto dal fatto che quel giorno faceva molto caldo. Lo staff della comunicazione mi ha chiesto chi mi avesse detto di far terminare la partita, io penso che sia stato Dio". L'errore procedurale, però, resta. "Normalmente, non potendo continuare avrei dovuto parlare con il quarto uomo, ma non ho avuto il tempo di farlo". E le reazioni sono state variegate: "La mia famiglia era molto preoccupata dopo tutte le notizie, soprattutto quelle che giravano sui social. Persone che non conosco mi hanno inviato messaggi, ho dovuto bloccarle. Ma mi piace fare l'arbitro e voglio continuare, alcuni dicono che sia arrivato per me il momento di ritirarmi, ma non voglio farlo fino a che nel mio paese non ci sarà qualcuno in grado di rimpiazzarmi". Possibilmente, senza dover verificare come si reagisce a un colpo di calore.
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