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L’Appunto

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Di Stefano Impallomeni. Mourinho raggiunge Spalletti e Inzaghi. In attesa di Dybala è super Pellegrini. La Juventus non riesce a colmare il ritardo con sé stessa. È ancora agosto ma a Torino il primo scontro diretto avrà più pressioni del...

Stefano Impallomeni

Non è Juve, ma Roma. Mou raggiunge Spalletti e Inzaghi in vetta alla classifica a punteggio pieno. E sabato va a Torino. Una partita per capire meglio il da farsi contro una Juventus in cerca della potenza perduta. Allegri rallenta in vista del primo scontro diretto che avrà maggiori pressioni del previsto. Siamo all'inizio e ancora ci sarà tempo per recuperare, ma la Juventus vista a Genova contro la Samp non garantisce granché e, prestazione a parte, perde un'altra occasione per quanto riguarda il risultato.

Juve, in cerca di una gravità permanente

Allegri, privo di Pogba, Di Maria, Bonucci e Szczesny, butta dentro quel che può. Alla fine è un pareggio ombroso ma utile, perché forse un anno fa di questi tempi sarebbe stato altro. La Juventus non riesce a colmare il ritardo con sé stessa e con una competitività seria per tornare a vincere con continuità. Ci sono sempre intoppi di vario genere e il ritardo su probabili arrivi dal mercato alimenta incertezze e insicurezze. La squadra è ancora avvolta da una cortina di dubbi: cantiere aperto e in via di definizione, nonostante la voglia e l'impegno nel tentativo di uscire da una normalità inedita. La Juventus, oggi, è questa: indefinibile e imprevedibile, a volte potenzialmente forte, spesso fragile e timorosa. Una squadra che non trasmette più una prepotenza tecnica e agonistica e gli avversari che lo capiscono. Potrebbe crescere o restare a galla lì nelle secche di una media alta classifica. Non lo sappiamo, né lo sa Allegri, idem i giocatori. È una continua ricerca, un lungo studio per avere un piano di stabilità permanente di vittorie. Le assenze, però, vanno considerate e sono determinanti, perché il gioco si fa con i giocatori forti e gli scudetti anche. Non è un'attenuante, ma occorre sottolinearlo. Per il resto il solito problema di fatica nella creazione offensiva con Vlahovic abbandonato a lotte individuali con i marcatori di turno, spesso in fuorigioco e staccato dal resto della squadra. Allegri, a fine partita, si consola sul fatto di non aver preso gol per la seconda volta. Giusto dirlo, ma davanti si fa troppo poco per avere un presente accettabile, da Juve, e un futuro radioso. Miretti e Rovella si faranno, Locatelli non trascina ma completa un reparto che ha bisogno di altro. Come Paredes a centrocampo. E come Depay in attacco, ad esempio. Servono entrambi come il pane, assenze eccellenti a parte.

Roma, super Pellegrini aspettando Dybala

Mou, invece, fa centro dopo una vigilia tormentata. La Roma vince con una testata di Smalling ispirata dal piede di Pellegrini, dopo aver perso per infortunio in 24 ore Wijnaldum e Zaniolo. L'Olimpico, altro sold out, è un vento a favore fresco e determinante. I tifosi sono lo spettacolo puro di una partita bruttina, a tratti lenta, vinta da una Roma che continua a sprecare molto. Dybala, il protagonista più atteso, si fa notare con qualche giocata delle sue ma ancora non è al massimo. A Torino, sabato, la partita che potrebbe sbloccarlo. L'argentino deve prendere le misure e convertirsi nell'anima di una Roma trascinata dal suo capitano, Lorenzo Pellegrini, vero leader non sempre esaltato da stampa e tifosi. Pellegrini è uno dei migliori calciatori italiani ed è davvero un mistero che ancora debba mettere d'accordo tutti. Il ragazzo gioca oramai da tempo con una serenità diversa e ha una visione di gioco rara. Ha ragione Mou quando dice che è diventato un grande giocatore ed è insostituibile. Dal suo piede parte sempre un'idea, un passaggio utile, un calcio simmetrico che porta la palla più vicino all'area di rigore avversaria. Il tecnico portoghese, in generale, può ritenersi soddisfatto. Due reti in due partite, zero gol subiti e sei punti conquistati. C'è una nuova Roma che deve ancora nascere e una vecchia Roma che per ora regge la scena. Cristante, Smalling e Pellegrini. Due reti nate da una rimessa laterale e da un calcio d'angolo nello spreco generale di occasioni non concretizzate confermano un dato. Sulle palle inattive la Roma è la squadra migliore del campionato. Da quelle situazioni, spesso, arrivano i gol. E le partite si vincono anche così. Ma andiamoci piano. È ancora agosto: per tutti e non soltanto per la Roma. A ottobre capiremo meglio chi farà cosa e quale cammino intraprendere.