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L’Appunto

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di Stefano Impallomeni. Il Real Madrid dice grazie a Marcelo e viceversa. Un esempio che i club delle nostre parti non si è saputo o voluto seguire con chi ha legato la sua vita professionale (e non solo) a una sola maglia.

Stefano Impallomeni

Una cerimonia breve e intensa, piena di emozioni, all'insegna della storia. Il Real Madrid dice grazie a Marcelo e viceversa. Tra lacrime di “commozione e vera gioia per quel che è stato, perché oggi non è un giorno triste " come ha tenuto a precisare lo stesso brasiliano nelle parole di commiato. 15 anni 16 stagioni di gloria e 25 trofei conquistati. Più di tutti. Il brasiliano diventa leggenda vivente, più del fenomenale Gento fermo, si fa per dire, a 23 titoli personali. Marcelo soprattutto e sopra tutti. Tanta roba, diremmo unica. Come Il Real Madrid che si conferma un club unico. Questo addio fa venire in mente quello di Ramos o di altri volti noti e centrali del madridismo. Stessa attenzione e stessa gratitudine nel giorno che il calciatore e il club non vorrebbero mai arrivasse. A Madrid è tutto speciale. E la grandezza è nella semplicità dei comportamenti. Mai equivoci, sia nel bene che nel male, perché alla Casa Blanca sai dove entri e non sai quanto tempo ci puoi restare. Il repertorio Real è sempre quello. Stile, sostanza e forma. Il Presidente, come si conviene per forma e sostanza alla fine del rapporto e di un evento che si rispetti, trova anche il modo di riconoscere una sorta di medaglia al valore dopo una giornata emotiva di alta intensità. Un esempio che i club delle nostre parti non si è saputo o voluto seguire con chi ha legato la sua vita professionale (e non solo) a una sola maglia per 15, 17, 20 o 22 anni. Non facciamo nomi, ma è facile capire a chi ci riferiamo visto le poche bandiere del nostro calcio degli ultimi decenni. E di certo non ricordiamo giornate del genere per addii importanti e longevi, ricchi di significato, senso di appartenenza e sentimento. Ricordiamo, purtroppo, soltanto ruvide rappresentazioni, squallidi giochi delle parti, polemiche, gelosie e prese di posizioni, in generale, abbastanza infelici. Con i tifosi divisi a metà, invece di essere uniti per sempre nella memoria di chi si è sostenuto oltre misura, oltre il tempo, oltre tutto. Dirsi addio dopo tanto tempo e dopo una storia rilevante, durevole, non banale merita un fine rapporto del genere. Maturo, di classe, serio e rispettoso. Senza misurare torto o ragione. Madrid insegna. Le gesta del passato di ogni campione hanno un suo peso negli anni e alla fine si saluta in questo modo. Così, come nel caso dell''Adios" del Real Madrid concesso a Marcelo. Senza problemi e uniti da una storia straordinaria. Da ricordare con tanto affetto.