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Di Stefano Impallomeni. Prima il pareggio del Milan a Salerno e ora la caduta dell'Inter contro un Sassuolo in versione superstar. Lotta scudetto più aperta che mai, in attesa della risposta del Napoli.

Stefano Impallomeni

Per fortuna non ci si annoia mai in questo campionato. Prima il pareggio del Milan a Salerno e ora la caduta dell'Inter contro un Sassuolo in versione superstar. Lotta scudetto più aperta che mai, in attesa della risposta del Napoli. È un momento così e capita specialmente nei gironi di ritorno. Sorprendente il pari rossonero, francamente meno eclatante, seppur più grave, lo stop nerazzurro, considerate le imprese che il Sassuolo aveva saputo fare, sempre in trasferta, contro lo stesso Milan e la Juventus. Semmai il discorso che riguarda l'Inter è un altro e il ko con il Liverpool non c'entra granché. L'involuzione nerazzurra non è tattica, né fisica, ma dipende da una mentalità che non è più forte come in passato. La squadra di Inzaghi appare tornata abbastanza normale, attaccabile, più precaria nella difesa di una forza complessiva che la maggior parte della critica le aveva accreditato. Vincere un altro scudetto è ancora possibile, ma l'Inter da oggi in poi dovrà fare i conti con una consapevolezza diversa, ossia quella di ripartire da zero nelle motivazioni e nel ricercare una continuità di determinazione essenziale per inanellare successi in serie come era riuscita a fare in un certo periodo del torneo. La sensazione è che l'Inter si debba togliere delle sicurezze che non ha più come prima. È in una fase particolare in cui può vincere, pareggiare o perdere contro chiunque in relazione proprio ai cali di tensione che manifesta in questo momento. E le occasioni da rete che spreca spiegano in parte la flessione. L'Inter deve ritrovare approcci diversi, gli inizi che spostano gli episodi a favore e non contro. Poi, il resto che non è per nulla da trascurare, anzi con due uomini da rilanciare: uno in testa e l'altro in coda allo schieramento. Handanovic in porta appare meno sicuro del solito e Lautaro Martinez è in una crisi evidente di prestazioni e di realizzazioni. In attacco la condizione dell'argentino è la cartina di tornasole del rigetto nerazzurro. Il rendimento è direttamente proporzionale a quello della squadra. Lautaro è importantissimo per l'Inter al pari di Brozovic. Niente è casuale all'Inter, sia nel bene che nel male. Dunque è necessario correre ai ripari, prima che gli avversari se ne accorgano. Il primo jolly con il Sassuolo è andato a vuoto. Resta il recupero con il Bologna, ma Milan e Napoli sono lì e saranno lì con l'Inter fino alla fine. Lo abbiamo spesso sostenuto. Vincerà lo scudetto chi sbaglierà di meno. Limitare gli errori e fare il proprio basterà e avanzerà per sorridere alla fine. Pioli non si butti giù. Spalletti ci crede ed è giusto che lo faccia. A lui il “Ciapa no”, e in generale il gioco delle carte, non piace molto. A Cagliari vedremo se Mazzarri sarà d'accordo.