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La ripartenza del Diavolo

Di Ignazio Castellucci. Il Milan riparte, dopo l’uscita di scena di Li Yonghong. Con un nuovo CdA, un nuovo presidente e la volontà di Elliott di arrivare alla vendita della società, ma in tempi medio-lunghi, favorendo nel frattempo il...

Ignazio Castellucci

"Il Milan riparte, dopo l’uscita di scena di Li Yonghong. Elliott ha escusso il pegno, ed ha quindi acquisito il controllo della società al fine di venderla per realizzare i suoi crediti (303 milioni prestati a Li Yonghong per l’acquisto del club, 32 anticipati per un aumento di capitale, oltre a interessi, penali e spese legali). Nel frattempo, eserciterà tutti i diritti dell’azionista pignorato Li Yonghong (che era ed è ancora oggi formalmente titolare delle azioni per oltre il 99% del capitale sociale; la restante parte del capitale è di proprietà di piccoli azionisti) negli organi sociali di Rossoneri Sportinvestment Lux, nominando gli amministratori e indirizzando le attività della società.

"ADDIO FASSONE - L’assemblea dei soci di oggi di oggi in effetti ha dato il via al nuovo corso, rimuovendo Fassone e gli altri membri cinesi del Consiglio, e dichiarando che la rimozione di Fassone è dovuta a “giusta causa”: una formula con cui nel mondo del lavoro si motivano i licenziamenti dovuti a condotte gravi e/o alla cessazione del rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratore. Elliot avrebbe associato alla “giusta causa” alcune condotte di Fassone ritenute inappropriate e che avrebbero prodotto la cessazione del vincolo fiduciario e danni alla società, esprimendo sin da ora riserva di azioni legali a a tutela del club.

"SCARONI PRESIDENTE - L’assemblea ha nominato Paolo Scaroni come nuovo Amministratore delegato e Presidente; ricordiamo che Scaroni – ex-AD di ENEL e ENI, amico di Silvio Berlusconi – ebbe un ruolo importante già nella cessione dalla Fininvest al sig. Li, nel reperimento del finanziamento di Elliott che permise di concludere quella vendita, e nel rappresentare gli interessi  di Elliott nella compagine sociale a guida cinese. Insieme a lui, Elliott ha nominato gli altri membri del nuovo CdA. Per quanto si è potuto comprendere da quanto dichiarato giovedì durante l’audizione al TAS di Losanna da Franck Tuil, manager di Elliott e nuovo membro del CdA, l’obiettivo di Elliott è, sì, quello di arrivare alla vendita del Milan; ma in tempi medio-lunghi (tre-cinque anni), favorendo nel frattempo il rilancio sportivo ed economico del club, e quindi la sua migliore rivalutazione prima di venderlo.

"RITORNO IN EUROPA - Un primo risultato sportivo dei cambiamenti in atto c’è già stato, cui certo seguiranno risultati economici: con decisione resa pubblica ieri il TAS ha annullato le sanzioni irrogate in giugno dall’UEFA, ritenute sproporzionate specie dopo aver accuratamente analizzato il nuovo assetto proprietario a seguito dell’escussione del pegno; e dopo aver ritenuto quindi che la gestione Elliott dia – a differenza di quella di Li – sufficienti garanzie di solidità aziendale e finanziaria. Immaginiamo che ora anche l’UEFA rivaluterà il caso limitando le sanzioni a quelle pecuniarie e prescrittive, certo non più escludendo il Milan dall’Europa League. Tutto ciò con grande scorno di Atalanta e Fiorentina: con l’esclusione del Milan si erano trovate la prima direttamente in Europa League e la seconda a potersi giocare l’accesso alla stessa; ora si trovano la prima a doversela giocare, e la seconda fuori.  Il Milan è di nuovo in Europa, ripartirà un po’ di mercato, e i tifosi non faranno certo mancare il loro sostegno alla ripartenza.

"INCHIESTA - Nel frattempo, il fascicolo conoscitivo aperto l’anno scorso presso la Procura della Repubblica di Milano, di cui si era parlato sui media durante la campagna elettorale per le scorse elezioni politiche, non pare essersi tramutato in un’indagine penale sulla Fininvest e dintorni.  Li Yonghong, invece, dopo l’escussione del pegno da parte di Elliott, è stato iscritto nel registro degli indagati, per false comunicazioni sociali – ritenendo la Procura della Repubblica di Milano, evidentemente, che egli potrebbe aver taroccato scritture e bilanci per mostrare all’esterno, dall’inizio e fino all’ultimo momento della sua gestione, una situazione finanziaria ben diversa da quella reale. Vedremo. Certo, come dire, piove sul bagnato; e sulle sventure del povero Sig. Li. Noi ce lo eravamo già domandati al momento della sua uscita di scena, ma da ieri con la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati anche gli altri media (inclusi Corriere e TG1) si chiedono come mai egli abbia deciso alla fine di gettare la spugna, e di perdere le centinaia di milioni investite nell’affaire Milan, per non versarne 32 a Elliott entro il 6 luglio; o comunque per non vendere il club, per esempio, a Rocco Commisso – il che gli avrebbe certo permesso una uscita di scena soft, con una consistente quota di minoranza, forse con qualche soldino, e meno problematica da tutti i punti di vista.

"ALTRI ASPETTI - Può darsi davvero che avesse raschiato il fondo del barile e avesse finito i soldi; oppure potrebbe essersi stancato, o essere impazzito; oppure potrebbero esserci aspetti non noti della vicenda e degli accordi contrattuali legati alla transizione Fininvest-Li-Elliott che forse emergeranno più tardi – specie se voleranno gli stracci nei tribunali in cui il sig. Li potrebbe dover comparire, in sede penale ma anche in sede civile, contro Elliott o contro Fininvest. Certo una possibile difesa per lui in un ipotetico processo penale o nelle azioni civili potrebbe includere l’argomento di essere stato lui stesso vittima di un raggiro, o comunque di aver acquistato una società non in ordine come sembrava; e/o di aver dovuto subire pratiche negoziali e condizioni contrattuali ingiuste e vessatorie da parte di Elliott, tali da metterlo infine in condizioni di dover accettare ciò che a tutti pare oggi un’uscita di scena suicida dal punto di vista economico.

"LETTERA - In una lettera aperta di Li Yonghong pubblicata ieri dal Sole 24 Ore, in effetti, il sig. Li dice proprio questo,  lamentandosi della condotta negoziale vessatoria di Elliott ,proclamando la propria serietà di businessman e quella del suo investimento nel club rossonero; e preannunziando azioni legali contro il fondo nordamericano. È sincero? sta ancora bluffando? Ai lettori l’ardua sentenza. È certo, però, che in molti stanno affilando le armi in vista di un lungo strascico contenzioso, come dimostrano sia la lettera di Li Yonghong che le dichiarazioni di stamane di Elliott legate al siluramento “per giusta causa” di Fassone. Noi, come al solito, cercheremo di tenervi al corrente. Il Milan riparte, ma la telenovela in salsa di soya non è ancora finita.