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La promessa di Gabriel Jesus: “Imparerò ad essere un attaccante come Aguero”

MANCHESTER, ENGLAND - DECEMBER 05:  Gabriel Jesus of Manchester City looks on during the Premier League match between Manchester City and Fulham at Etihad Stadium on December 05, 2020 in Manchester, England. (Photo by Alex Livesey/Getty Images)

El Kun lascerà il club a fine stagione. Eredità pesantissima.

Redazione Il Posticipo

Aguero, uno dei migliori attaccanti della storia della Premier, lascerà il City a fine stagione. E l'eredità di 257 gol in 384 partite, pesantissima da raccogliere, finirà sulle spalle di Gabriel Jesus, bomber in... itinere. Il brasiliano, ormai prossimo ai 24 anni, non è mai riuscito a ripetere i numeri sbalorditivi (13 gol in 19 partite) che hanno caratterizzato gli inizi carriera in City nel 2016/17, ma si è comunque difeso bene: ha realizzato 28 gol in 44 partenze da due e mezzo stagioni. E, come riportato da skysports, promette di migliorarsi.

IMPARARE - Jesus non è esattamente un centravanti nel senso più pieno del termine. Numeri importanti, ma non da bomber. E con grande umiltà, lo riconosce. "Aguero è straordinario. Entra in campo e segna. Posso solo imparare da lui, che comunque è molto più attaccante rispetto a quanto lo sia io. Abbiamo due stili di gioco completamente differenti. Io svario molto di più e staziono meno in area di rigore rispetto al Kun. Gioco di più il palone con i compagni, accompagno l'azione oltre che finalizzarla. Certamente devo migliorare. E imparerò a farlo osservandolo. Quando entro in area di rigore devo mettermi in testa che cercare il gol deve essere la prima opzione".

 (Photo by Alex Livesey/Getty Images)

PROSPETTIVE - Il City ha ancora fiducia in Jesus. Anche Guardiola lo stima molto ma non è escluso che si possa comunque andare a caccia di un nuovo "Kun". Individuato in Haaland o in Danny Ings. Nomi che non preoccupano il calciatore sudamericano: "Non sento alcuna pressione, ho segnato 23 gol nella scorsa stagione e sebbene voglia migliorarmi, mi interessa di più vincere. Non so se riuscirò a segnare altri 15 gol nelle partite che ci restano, ma se riusciremo a sollevare dei trofei al cielo non sarà un problema. Preferisco le vittorie di squadra alle soddisfazioni personali. Né sono stressato dall'idea di segnare a tutti i costi. Il vero stress appartiene a chi deve svegliarsi all'alba per portare lo stipendio a casa, non riguarda certamente chi gioca a calcio. Sono consapevole che i miei gol aiutano la squadra e che un attaccante diviene intoccabile quando segna. Proverò a riuscirci anche io".