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La Premier League e una VAR tutta sua: tre replay e non di più

La Premier League accetta l'entrata in gioco del VAR, ma ha deciso di farlo a modo suo. Ogni arbitro, nel caso volesse rivedere un replay, potrà farlo per un massimo di tre volte.

Redazione Il Posticipo

Che la Premier League non fosse entusiasta dell'introduzione del VAR, si era capito da tempo. Adesso, però, ne è arrivata l'ufficialità. Vista l'impossibilità di non accettare l'avanzamento tecnologico nel mondo del calcio, il campionato inglese ha deciso di viverlo a modo suo. La pecca maggiore del Video Assistant Referee, per gli inglesi, è l'estremo rallentamento del gioco. Comprensibile, da una Nazione che basa la maggior parte della propria filosofia calcistica nell'elevato ritmo di gioco.

LIMITE - In Premier League, l'arbitro, nel caso avesse qualche dubbio e volesse ricorrere al VAR, potrà riguardare il replay dell'azione solamente tre volte. Sembra una follia, eppure è la decisione del Professional Game Match Officials Limited, ovvero l'organismo responsabile degli ufficiali di gara del calcio inglese. La circostanza che ha fatto nascere l'idea, come riporta il Sun, è legata al mondiale di calcio femminile, quando un arbitro ha messo in pausa la partita per più di quattro minuti per rivedere un replay di difficile interpretazione.

TRE - Ogni arbitro, quindi, avrà fino a tre replay a velocità normale per giudicare l'azione. Nel caso non fosse ancora convinto della decisione da prendere, potrà rivedere l'azione incriminata per altre tre volte a velocità rallentata. Dopodiché, se l'ufficiale di gara non fosse ancora convinto, per la PGMOL significa che nessun altro replay può chiarire il dubbio, e deve quindi confermare la prima decisione presa in campo. Una scelta che sarà ufficiale già da domenica, con la prima gara della nuova stagione del campionato inglese tra Manchester City-Liverpool, per la conquista della Community Shield. Insomma, va bene essere sicuri della scelta presa, ma occhio a metterci più di novanta secondi per controllare. Altrimenti il pubblico potrebbe perdere interesse nel calcio inglese.