Quando alla FIFA hanno assegnato ad Arsene Wenger il compito di diventare il responsabile dello sviluppo mondiale del calcio, sapevano benissimo cosa stavano facendo. L'alsaziano non è stato solamente un grande tecnico, vincendo a ripetizione sulla panchina dell'Arsenal, ma è anche un fine teorico. Dunque, se c'è da analizzare il calcio di oggi per immaginare quello di domani, nessuno può farlo meglio del "Professore". Che, come racconta il Sun sta lavorando su una serie di innovazioni. Anzi, visto quello che propone il francese, forse è il caso di parlare di rivoluzione. Soprattutto per quello che riguarda le pause per le nazionali, che tanto fastidio sembrano dare ai club...

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La nuova proposta di Wenger: “Raggruppare le partite delle nazionali in un mese intero”
Quando alla FIFA hanno assegnato ad Arsene Wenger il compito di diventare il responsabile dello sviluppo mondiale del calcio, sapevano benissimo cosa stavano facendo. Se c'è da immaginare quello di domani, nessuno può farlo meglio del...
UN MESE - L'idea da proporre da parte della FIFA prevede una modifica del calendario degli eventi internazionali. "Una delle soluzioni su cui discuteremo è compattare le qualificazioni. Invece di avere giocatori che vanno via a settembre, ottobre, novembre, marzo e giugno, raggruppiamo le qualificazioni tutte in un mese o in due cicli di quattro partite a ottobre e febbraio. Così facendo, i calciatori potrebbero dedicare il periodo da marzo a giugno tutto ai club e guadagneremmo quattro date in calendario. La soluzione ideale sarebbe raggrupparle tutto in un solo mese, per esempio ottobre. Fai le qualificazioni e poi per il resto dell'anno giochi con il tuo club. E alla fine della stagione giochi i tornei per le nazionali. Sarebbe un'evoluzione e non esattamente una rivoluzione".

ALTRE IDEE - Una soluzione che in realtà sembra solo di compromesso, considerando quali sono le altre idee di Wenger. Concetti che in questo caso sarebbero in grado di rivoluzionare davvero i calendari sia per i club che per le selezioni nazionali. “Quando ero in Giappone il campionato si giocava da marzo a novembre ed era perfetto. Renderebbe le cose più semplici. E non dimentichiamoci che la pausa estiva è un retaggio di oltre cent'anni fa, quando i calciatori non erano professionisti. Certo, viste le risorse fisiche impiegate nel calcio di oggi è importante che i giocatori abbiano almeno quattro settimane di vacanza all'anno. E quindi forse sarebbe il caso di tornare a campionati a 18 squadre ovunque". Un'idea che forse in alcuni tornei non sarebbe troppo ben accolta...
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