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La “legge del tallone”: la nuova direttiva arbitrale che sta mettendo sottosopra la Liga

In Spagna, poco spazio ai falli pericolosi. Chi fa un'entrata in grado di causare all'avversario problemi fisici, va direttamente sotto la doccia. Un criterio che è stato immediatamente applicato nella prima giornata di campionato e che sta...

Redazione Il Posticipo

La chiamano "la legge del tallone" e il riferimento a quella del taglione è abbastanza evidente. Nell'antica usanza, presente anche nel diritto latino, il calcolo era semplice: occhio per occhio, dente per dente. E nella nuova direttiva arbitrale che sta mettendo sottosopra la Liga, il rapporto di causa-effetto è altrettanto chiaro. Chi fa un'entrata pericolosa, in grado di causare all'avversario problemi fisici, va direttamente sotto la doccia. Un criterio che è stato immediatamente applicato nella prima giornata di campionato e che ha portato a due rossi diretti, entrambi ricevuti da calciatori delle big madrilene. Prima Modric contro il Celta, poi Molina nel match con il Getafe.

TALLONE - Che c'entra il tallone? Beh, come spiega AS, uno degli obiettivi principali della direttiva è proprio evitare infortuni gravi e la rottura del tallone d'Achille è probabilmente tra i peggiori che possano capitare ai calciatori. Non a caso, ad essere punite con il rosso sono le entrate in netto ritardo, quelle fatte con forza spropositata o, come da vecchio regolamento, i classici falli da dietro. E quindi, giustamente, saluti anticipati per i due madrileni all'esordio in campionato. E dire che, in ogni caso, come conferma il quotidiano, le squadre e i calciatori sapevano benissimo a cosa andavano incontro, visto che gli arbitri sono andati personalmente negli spogliatoi a spiegare che da questa stagione alcuni interventi saranno considerati più gravi di altri.

POLEMICHE - Un cambiamento radicale, a cui club e soprattutto calciatori dovranno dunque abituarsi presto. Modric (espulso dopo l'intervento della VAR) ha spiegato che non era sua intenzione far male all'avversario, ma persino Sergio Ramos, non certo un tenerone, ha catechizzato il compagno: "Se queste regole sono per proteggere noi calciatori, ben vengano". Ma questo non basta ad evitare le polemiche. Che naturalmente vertono anche sull'intenzionalità dell'intervento, ma del resto l'arbitro non può certo giudicare se il calciatore ha fatto un fallo in maniera volontaria o no. E quindi bastano i criteri spiegati nel precampionato a causare l'espulsione. Con buona pace dei difensori con il vizietto di arrivare in ritardo sul portatore di palla.