Al Manchester United, Piquè ha avuto modo di conoscere alcuni grandi vecchi come Roy Keane. L’irlandese è così spaventoso come dicono? Beh, da quanto ha raccontato lo stesso catalano, forse sì…
A vederlo ora, con l’addio al calcio dopo quasi vent’anni ai massimi livelli, sembra quasi assurdo pensare che Gerard Piquè una volta sia stato…una giovane promessa del pallone. E nonostante la sua carriera sia stata quasi tutta all’insegna del Barcellona, c’è stato anche un periodo in cui il catalano era un giocatore del Manchester United, con un certo Sir Alex Ferguson che ne aveva individuato le capacità e lo aveva portato via dalla cantera. In quei Red Devils, Piquè ha avuto modo di conoscere alcuni grandi vecchi come Roy Keane. L’irlandese è così spaventoso come dicono? Beh, da quanto ha raccontato lo stesso catalano a The Players' Tribune, forse sì…
IL TELEFONO SUONA…
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Anche perché il giovane Piquè fa un errore di quelli da matita blu…"Era una delle mie prime partite a Old Trafford, eravamo negli spogliatoi a prepararci e io ero molto nervoso. Immaginatevi la scena, avevo 18 anni ed ero in quello spogliatoio piccolissimo a mettermi i calzini vicino a Ruud van Nistelrooy, Ryan Giggs e Rio Ferdinand. Io volevo solo essere invisibile, ero lì e pensavo ‘fai il tuo lavoro e cerca di passare inosservato’”. Soprattutto visto il vicino di posto, uno…abbastanza irascibile! “Quindi siamo tutti seduti che aspettiamo il mister e io sono praticamente accanto a Roy Keane. E lo spogliatoio è così piccolo che le nostre gambe quasi si toccano. Non c’è praticamente spazio. Tutti stanno zitti ma a un certo punto si sente questa piccola vibrazione. Molto leggera. E Roy comincia a guardarsi attorno”.
E KEANE LA PRENDE MALE!
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E di chi è il telefono? “Mi rendo conto che è il mio. Ce l’ho nei pantaloni, con la vibrazione, nella borsa dei vestiti appesa dietro la testa di Roy. Ma Roy non capisce da dove viene il rumore e comincia a guardarsi attorno come un pazzo. Comincia a urlare ‘di chi è il telefono’. Silenzio. Lo chiede di nuovo. Silenzio. Lo chiede una terza volta. ‘Di. Chi. C***o. È. Il. Telefono?”. E alla fine, ho parlato, come un ragazzino. Molto piano ho detto ‘scusate, è il mio’”. E come l’ha presa Keane? “Roy è impazzito di fronte a tutti! È stata una cosa incredibile, mi sono quasi ca**ti sotto ma è stata una lezione importante”. E di certo una scena indimenticabile.