Per quello che riguarda i social network, sembrano non esistere mezze misure. A seconda di chi è interpellato sono il miracolo della tecnologia del terzo millennio oppure la cosa peggiore che sia mai capitata all’umanità. E anche nel mondo del calcio ci sono diverse interpretazioni della questione. C'è chi, come per esempio Neymar, possiede account su qualsiasi piattaforma esistente, interagendo con i suoi follower in ogni maniera possibile. E persino personaggi che qualche anno fa sarebbero stati impossibili da vedere sui social, come Trapattoni o Mourinho, hanno accettato di buon grado di mettersi in gioco e hanno creato i loro profili che sono, ovviamente, visitatissimi. Ma purtroppo c'è anche un'altra faccia del fenomeno: la possibilità di insultare qualcuno senza quasi mai pagarne le conseguenze.

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La furia di Henry, Titì lascia i social: “Chi insulta deve pagare, è troppo facile bullizzare qualcuno e farla franca”
Per quello che riguarda i social network, sembrano non esistere mezze misure: o sono il miracolo della tecnologia del terzo millennio oppure la cosa peggiore che sia mai capitata all’umanità. E anche nel mondo del calcio ci sono diverse...
INSULTI - Gli insulti online, come dimostra il caso di Simy, hanno ormai raggiunto un punto di non ritorno. Che ci siano motivazioni sportive o (molto peggio) razziali o sociali, è facilissimo per chiunque creare un account e comincia ad insultare, con la consapevolezza che difficilmente si pagherà per quanto fatto. Un qualcosa che a un campione come Thierry Henry non va più bene. Il francese ha quindi deciso di abbandonare per un po' i social, almeno finché per chi insulta non ci saranno conseguenze. Lo ha annunciato lo stesso ex Arsenal e Barcellona sul suo profilo Twitter, che a breve verrà disabilitato."Ciao ragazzi. A partire da domani mattina abbandonerò tutti i social media fino a che chi li gestisce non sarà in grado di regolare le piattaforme con lo stesso rigore e con la stessa ferocia con cui vengono colpiti quelli che infrangono il copyright".

RESPONSABILITÁ - Una frecciata a chi dovrebbe controllare ma evidentemente, secondo Henry, non fa abbastanza. E chi viene insultato, spiega il transalpino, ne soffre. "Il volume di razzismo, bullismo e vera e propria tortura mentale nei confronti delle persone è troppo alto per essere ignorato. CI DEVE essere la responsabilità di chi scrive. È diventato troppo facile creare un account e utilizzarlo per bullizzare e per infastidire chiunque senza conseguenze, rimanendo anonimi. Fino a che questo non cambierà, disabiliterò tutti quanti i miei account su ogni piattaforma social. Ma spero che tutto cambi presto". Nel frattempo, Titì saluta. Con classe, ma non certo senza rabbia.
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