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Klopp ringrazia i tifosi e non si tira indietro: “Non ho bisogno di una pausa. E so separare i miei problemi dal mio lavoro”

(Photo by Peter Powell - Pool/Getty Images)

La crisi di risultati del Liverpool arriva in un momento molto complicato dal punto di vista personale per Klopp. La morte di sua madre ha colpito molto l’allenatore e più di qualcuno a cominciato a sostenere che il tecnico abbia bisogno di una...

Redazione Il Posticipo

Quando si arriva al top, non si può fare altro che scendere. Una vecchia massima che è sempre attuale, soprattutto se si parla del momento del Liverpool. Nel giro di due stagioni, sotto la guida di Jürgen Klopp, i Reds hanno vinto tutto quello che era possibile vincere. Prima hanno portato a casa la sesta Champions League della loro storia battendo il Tottenham in una finale tutta inglese. E poi, dopo trent’anni di attesa, hanno finalmente riportato il titolo nazionale ad Anfield, in una stagione resa molto complicata dalla pandemia ma in cui comunque il loro trionfo non è mai stato in dubbio. Ora però la squadra del tecnico tedesco ha qualche problema.

ADDIO - Perdere tre partite consecutive in Premier League non è mai il massimo, figurarsi se si parla dei campioni uscenti. Il tutto in un momento molto complicato dal punto di vista personale per Klopp. La morte di sua madre, con l’impossibilità di andare in Germania a darle l’ultimo saluto, ha colpito molto l’allenatore e più di qualcuno a cominciato a sostenere che forse il tecnico, che da sempre non riesce a fare il proprio lavoro se non andando al massimo della velocità, abbia bisogno di una pausa. I tifosi del Liverpool gli hanno ribadito il loro appoggio con uno striscione e nella conferenza stampa che precede il match di Champions contro il Lipsia Klopp ci ha tenuto a ringraziarli. Ma anche, come riporta Goal, a mettere in chiaro alcune cose.

"LUTTO - “Ho sentito sia delle voci che dello striscione. Lo striscione è stata una cosa carina, ovviamente. Ma non era necessario, non credo di aver bisogno di un supporto particolare da parte della tifoseria al momento, ma è stato un gesto davvero carino… E qual è l’altra cosa? Cos’è che dicevano? Ah sì, che potrei andarmene. Mi hanno licenziato oppure ho detto che me ne vado? Nessuna delle due. E non ho bisogno di una pausa”. Insomma, fermarsi non è un’opzione, anche se ovviamente il lutto in famiglia lo ha segnato: “Parlare di cose private è l’ultima cosa che vorrei fare in conferenza stampa, ma tutti quanti sanno che abbiamo vissuto un periodo complicato. E lo abbiamo affrontato assieme, come una famiglia, al 100%. Sono vent’anni che faccio l’allenatore e sono in grado di separare le cose. Non mi porto i problemi sul posto di lavoro, se sono qui, sono qui… Ovviamente le cose che mi succedono mi influenzano, ma nessuno deve preoccuparsi per me”. Messo in chiaro questo, forse i voti del Liverpool saranno comunque preoccupati…per i risultati della squadra.