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Inter degli olandesi? Mamma mia! Thohir siediti: ti raccontiamo una storia…

L'Inter degli olandesi? Oh mamma, che gaffe. Forse è meglio studiare la storia, prima di lasciarsi andare a certe gaffe. In tal senso eccone una. Inizia cosi: Zenga, Bergomi, Brehme...e finisce con Matthaus e Klinsmann.

Redazione Il Posticipo

L'Inter degli olandesi? Oh mamma. Forse è meglio studiare la storia, prima di lasciarsi andare a certe gaffe. In tal senso eccone una. Inizia, così: Zenga; Bergomi, Brehme; (tedesco), Matteoli, Ferri, Mandorlini; Bianchi, Berti, Diaz, Matthaus (tedesco) Serena. Questa non è una squadra qualsiasi. É l'Inter dei record. quella che ha frantumato ogni record della storia del calcio italiano nei campionati a 18 squadre. Scudetto vinto con 58 punti su 68 disponibili, frutto di 26 vittorie sei pareggi e due sconfitte.Un campionato a senso più raro, che unico.

L'Inter dei panzer, altro che tulipani

L'arrivo del terzo panzer: Jurgen Klinsmann

L'anno successivo l'Inter parte con grandissime ambizioni. Senza mezzi termini, vuole tornare in cima all'Europa. Per riuscirci acquista un ragazzo nato e cresciuto a pane e gol. Storia di Jurgen Klinsmann. Fornaio come tradizione di famiglia. Poi, però, considerato che sfornava molti più gol che dolci, e che giocare a calcio gli riusciva anche molto meglio che impastare, cambia strada e diventa uno dei bomber più prolifici d'Europa. Gol a badilate nello Stoccarda. Arriva l'Inter e subito la maledizione. Fuori al primo turno di Coppa dei Campioni, eliminati dagli svedesi del Malmoe. Una sconfitta che destabilizza il gruppo: l'Inter chiude con una Supercoppa Italiana una stagione iniziata con ben altre ambizioni.

L'Europa arriva in...ritardo: 1990-1991 l'anno della prima Coppa UEFA

Intermezzo: nell'estate del 1990 Matthaus, Brehme e Klinsmann diventano campioni del mondo. La sbornia mondiale non intacca la fame di vincere dei panzer. Il Napoli di Maradona è irraggiungibile, ma l'Europa è alla portata. I nerazzurri iniziano un'agonica marcia verso la coppa UEFA. Perdono a Vienna, contro il Rapid, ma ribaltano al ritorno. 3-1 ai supplementari. Un “do” di petto che cancella l'amarezza dell'anno precedente. Il cammino è e resta di una sofferenza inaudita. É solo il primo passo. Quello che accade dopo, è leggenda.

Secondo turno di coppa UEFA. Inter-Aston Villa

Sedicesimi. L'Inter pesca l'Aston Villa. Brutta e cattiva. Infatti, in terra d'Albione rimedia due schiaffoni. Irrecuperabile? Tecnicamente si. Ma nulla è impossibile per l'Inter che scrive una delle più belle pagine della propria storia. San Siro sogna una rimonta storica, proprio come quell'Inter – Liverpool del 1965. San Siro trabocca di passione. E diventa emozione dopo 6'. Jurgen Klinsmann. Il disegno comincia a prendere forma. Nel secondo tempo, punizione di Matthaus, arriva Berti 2-0. Il terzo gol è di Bianchi, quello con un nome italiano ma con due p...olmoni tedeschi.

Da li in poi è tutta discesa.

Cadono, nell'ordine, Partizan Belgrado, Atalanta e Sporting Lisbona. Finale tutta italiana con la Roma. Andata a San Siro, pratica liquidata con un 2-0 che mette quasi in ghiaccio la Coppa. Champagne in frigo all'Olimpico. Brehme, Klinsmann, Matthaus. Ancora lì. Ancora una finale. Un anno dopo. Questa volta italiani e tedeschi festeggiano insieme. Il muro interista resiste agli assalti giallorossi. 1-0. Sconfitta dolcissima. Bergomi alza la coppa Uefa al cielo. L'Inter torna a festeggiare in Europa dopo 25 anni. É la coppa degli addii, la fine di un ciclo. Brehme, Matthaus e Klinsmann lasciano nel 1992, carichi di gloria. Erano tedeschi. Thohir, sarai anche lontano, ma almeno le basi. E che Diavolo. Ops. Scusate...