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Kepa e la maledizione dei rigori in Carabao: esserci o non esserci, resta il problema

Kepa e la maledizione dei rigori in Carabao: esserci o non esserci, resta il problema - immagine 1

Essere fra i pali o non essere fra i pali. Questo è il problema molto shakespeariano di Kepa,

Redazione Il Posticipo

Essere fra i pali o non essere fra i pali. Questo è il problema molto shakespeariano di Kepa, subentrato nella finale di Carabao Cup nella speranza di essere decisivo ai calci di rigori. E il portiere spagnolo non tradisce le attese. Peccato siano quelle del Liverpool. Nella infinita serie di calci di rigori che si prolunga a oltranza, perde il confronto diretto con il collega Kelleher che lo ha persino spiazzato.

DISASTRO - E pensare che Mendy non aveva neanche giocato una partita così "accia". Tuchel, evidentemente aveva le sue buone ragioni per scegliere il portiere spagnolo. Il campo, però, ha bocciato la scelta. Non solo non è riuscito a parare neanche una delle undici esecuzioni avversarie ma poi, quando è arrivato il suo turno ha fallito malamente calciando il pallone... sul Tamigi. E così ha sciupato l'occasione di essere l'eroe di Chelsea - Liverpool. Del resto la Coppa di Lega inglese spesso gli ha riservato amarezze e delusioni. Basti pensare a quanto accaduto nella finale contro il City quando nei minuti conclusivi del secondo tempo supplementare, ha prima spinto la panchina a chiedere il cambio, causa crampi, prima dei rigori salvo poi rifiutarsi di uscire dal campo.  Sarri, non la prese benissimo. Non come Tuchel almeno.

Kepa e la maledizione dei rigori in Carabao: esserci o non esserci, resta il problema - immagine 1

TUCHEL - Il tecnico del Chelsea non drammatizza l'accaduto: "Ci vuole un po' di fortuna, abbiamo segnato tre gol, loro hanno avuto grandi occasioni, è stato un risultato giusto. Ho scelto Kepa perché è leggermente più bravo nei parate di rigore. Il suo errore? È insolito che tutti gli 11 giocatori abbiano bisogno di tirare, l'ha presa un po' troppo in fretta. A volte queste cose possono rivoltarti contro ma li fai quando devono essere fatti, non dopo che le persone possono giudicarti. Tutto sommato siamo fortunati. Possiamo permetterci di concentrarci su ciò che amiamo di più, giocare a calcio. Sappiamo che ci sono cose più grandi e gravi di una sconfitta".