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Allegri boccia il mercato, i tifosi bocciano Allegri

La Supercoppa va in archivio con una sconfitta, ma anche con qualche polemica interna per il mancato utilizzo di alcuni dei volti nuovi. L'allenatore bianconero sceglie la vecchia guardia. Riconoscenza verso chi c'era già o poca fiducia in chi è...

Redazione

La Juventus perde la Supercoppa contro la Lazio. Per carità, per la legge dei grandi numeri prima o poi doveva accadere. Le ultime finali contro i biancocelesti avevano sempre sorriso alla Vecchia Signora, al punto che più di qualche tifoso laziale cominciava a pensare ad una vera e propria maledizione. La serata dell'Olimpico interrompe questa striscia positiva, ma soprattuto pone degli interrogativi pesanti sul reale stato di forma (tecnica e tattica) della squadra di Allegri. Una Juventus spenta, irriconoscibile, che con una folata d'orgoglio ha provato a ribaltare il match negli ultimi minuti, ma che proprio quando credeva di avercela fatta si è sciolta come neve al sole. Di chi è la colpa? E soprattutto, cosa è mancato?

Alla Juventus è mancato il mercato

 La Juventus sconfitta a Cardiff

Allegri vorrebbe un centrocampista, che continua a non arrivare

 Mario Mandžukić, fedelissimo di Allegri.

De Sciglio e Bernardeschi deludenti

Assieme a Douglas Costa entra anche De Sciglio, che prende il posto di Benatia e permette a Barzagli di riposizionarsi al centro della difesa. Ma che mostra anche perchè Allegri non lo ha schierato dal primo minuto. Timido, impacciato, poco propositivo. Nonostante questo la Juventus riesce nel miracolo di recuperare il match, ma poi arriva il patatrac, con l'esterno destro che si fa saltare come un birillo da Lukaku e di fatto regala la Supercoppa alla Lazio. Se De Sciglio voleva mettersi in mostra, ha scelto il modo peggiore. Chi invece ha solo un quarto d'ora per incidere sulla partita (e comunque non ci riesce) è Bernardeschi, che sostituisce Mandzukic più per disperazione che per altri motivi. Anche lui da rivedere, soprattutto per giustificare i 40 milioni spesi per portarlo a Torino. Milioni che, sommati agli altri due subentrati, fanno quasi 100. Spesi bene o spesi male, non è ancora dato a sapersi, ma di certo spesi nei ruoli sbagliati. Se compri un terzino e adatti un centrale pur di non farlo giocare, qualche problema c'è. Se spendi novanta milioni per due esterni d'attacco, quando ne hai già due che consideri dei titolari, il dubbio che le risorse potessero (e dovessero) essere investite altrove diventa legittimo. La serata dell'Olimpico certifica due cose. Che la Juventus non è imbattibile anche in Italia e che ha un assoluto bisogno di uno o due centrocampisti e di un difensore che sappia anche impostare. Quel che è fatto è fatto, nessuno restituirà alla Signora i soldi già andati. Ma la speranza di Allegri è che altri ne vengano spesi, stavolta dove serve davvero. E occhio ai tifosi. Che, oltre a criticare l'immobilismo sul mercato della Juventus, cominciano a mettere sempre più apertamente nel mirino l'allenatore, sia per il gioco non esaltante offerto dai bianconeri, che proprio per il mancato utilizzo di Douglas Costa. E la vita del Conte Max rischia improvvisamente di farsi più dura. Perchè alla Juventus vincere è l'unica cosa che conta. E non farlo non è una mancanza, ma un peccato capitale.