Il Posticipo
I migliori video scelti dal nostro canale

calcio

Junior: “Io, terzino pur di scendere in campo. Gasperini a Pescara mi lasciò la fascia ma era già allenatore…”

Leo Junior, un terzino... centrocampista. Il calciatore ex Torino e Pescara ha raccontato alcuni aneddoti.

Redazione Il Posticipo

Leo Junior, un terzino... centrocampista. Il calciatore ex Torino e Pescara in una chiacchierata con l'appuntamento a Casa Sky Sport, ha raccontato alcuni aneddoti legati alle sue esperienze nel nostro campionato.

TERZINO - Junior ha spiegato la sua evoluzione calcistica. In realtà, non aveva mai voluto giocare terzino in carriera. "Ho accettato di giocare esterno pur di giocare con il Flamengo e poi in nazionale. Ai miei tempi non era esattamente facile imporsi con il Brasile considerando che li in mezzo c'erano Falcao e Socrates. Allora mi accontentai del ruolo di terzino, ma sognavo di tornare a centrocampo. E quando ho parlato con il Torino mi sono subito accertato che mi sarebbe stato restituito il ruolo in mezzo al campo. Non ero comunque un giocatore alla Cabrini, mi spostavo comunque verso il centro. Con il Torino ho sfiorato uno scudetto, lo vinse il Verona. In granata legai moltissimo con Zaccarelli, mi diede una grossa mano nel primo periodo. ".

PESCARA - Grandi ricordi anche a Pescara, dove ha centrato una salvezza storica in un gruppo storico. Ancora oggi in chat con Gasperini: "Lo sento spesso in chat, ma lui non mi risponde mai, lavora troppo. Già allora si vedeva che aveva la mentalità di allenatore. Faceva, da calciatore, moltissime domande a Galeone. Non è una sorpresa, per me, che sia arrivato dove è adesso". Il tecnico dell'Atalanta gli ha lasciato la fascia di capitano. "Quel gesto mi ha conquistato, ma abbiamo creato un rapporto al di là della semplice convivenza sportiva. C'era un gruppo unitissimo, uscivamo anche con le famiglie e i bambini insieme. Io ho avuto la fascia, ma lui è rimasto il leader di quella squadra capace di centrare una salvezza straordinaria. Preferivamo giocarcela con tutti piuttosto che soffrire in difesa. Vincemmo contro la Juventus e segnai anche io. Ricordo che contro il Milan giocammo una partita straordinaria. Berlusconi addirittura mi regalò un orologio e si disse dispiaciuto di non avermi potuto acquistare. E io gli spiegai ridendo quanto dispiacque anche  a me...".