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Juan: “Roma puoi qualificarti in Champions e lottare per lo Scudetto”

La Roma può qualificarsi in Champions. E lottare per lo Scudetto. Parola di Juan. L'ex difensore giallorosso sa bene come affrontare gli inglesi. Ha già vinto in Champions contro il Chelsea e contro l'Arsenal. E ritiene Di Francesco l'allenatore...

Luigi Pellicone

Roma- Chelsea, sogni di notte, di Coppe e di Campioni. C'è chi le sfide europee contro le inglesi le conosce bene. Juan Silveira Dos Santos, più semplicemente Juan. Uno dei migliori interpreti del ruolo della sua generazione. A Roma lo ricordano tutti con affetto.

Protagonista di sfide epiche di Champions

Che notti, quelle con Chelsea e l'Arsenal. La sfida agli ottavi di finale di Champions coi Gunners è stata infinita. 120' di gioco e 16 rigori . Una qualificazione tenuta in piedi con i cerotti, la Roma che termina la partita con Riise e Diamoutene al centro della difesa. Proprio Juan, dopo 9', aveva trovato il gol che pareggiava l'1-0 subito a Londra. Le stampelle oltre l'ostacolo: il difensore ha un ricordo preciso di quella partita, terminata anzitempo per un infortunio. Ma anche di quel 3-1 rifilato ai Blues nella fase ai gironi.

“Due partite bellissime. Abbiamo vinto in entrambi i casi. Purtroppo contro l'Arsenal il mio gol non fu sufficiente per la qualificazione ma sono e resto convinto che la Roma, con un Olimpico pieno, possa superare qualsiasi avversario”.

Torna il Chelsea, una sfida che sulla carta sembra proibitiva, ma che si gioca in campo. La Roma ha le possibilità di vincerla. E poi, fra le sue fila, c'è chi può far male.

Dzeko può essere decisivo. È un attaccante fortissimo, conosce benissimo il calcio inglese e già all'andata ha fatto due gol. Segna sempre e può farlo ancora”.

Con Eusebio Di Francesco la Roma è più forte

E pensare che il centravanti bosniaco, a inizio stagione, era ancora atteso al varco da una sacca di scettici, convinti che segnasse solo perchè c'erano Spalletti e Salah. Beh, con l'arrivo di Eusebio Di Francesco Dzeko è ancora più forte e decisivo dello scorso anno. Juan stima moltissimo il tecnico giallorosso.

Di Francesco è un grande allenatore, lo ha già dimostrato al Sassuolo. Conosce bene la squadra e l'ambiente. La Roma gioca benissimo, mi piace molto vederla anche da qui”.

L'allenatore abruzzese convince, anche rivedendo qualcosina del suo modo di giocare. Del resto è un tecnico intelligente, che ha migliorato moltissimo la Roma, limandone i difetti della scorsa stagione quando segnava molto ma subiva tantissimo. Adesso, i gol subiti si contano, davvero, sulle dita di una mano. Appena 5. Di cui tre in una sola gara.

Anche perchè in porta c'è Alisson

Una saracinesca. Riflessi felini e personalità da vendere. Juan, suo ex compagno di squadra, lo conosce molto bene.

Alisson è fortissimo. Ho giocato con lui all'International di Porto Alegre. Sin dal primo allenamento mi ha stupito per personalità, tecnica, velocità e reattività. Sarà a lungo il portiere titolare della Roma e della Nazionale”.

Con questa organizzazione di gioco si può arrivare lontano. Quanto? Juan ha vinto la Coppa Italia nel 2008 e ha sfiorato il titolo nel 2010. Un vero peccato, perchè avrebbe meritato molta più fortuna in giallorosso. Una vittoria, che magari potrebbe arrivare quest'anno?

Negli ultimi anni di campionato la Roma è quasi sempre arrivata seconda, ma secondo me quest'anno si può vincere, perchè i valori si sono livellati e il torneo è molto più equilibrato. In Europa è tutto da valutare. Anche se il girone è duro, ci si può qualificare, ma poi dipende tutto dal sorteggio e dallo stato di forma a febbraio”.

Quando il campionato brasiliano sarà finito. Juan, classe '79, gioca e comanda ancora da par suo la difesa del Flamengo. Ma parte del suo cuore è rimasto a nella Città Eterna.

“Beh, l'Italia mi manca molto, mi sono trovato molto bene. Mi mancano soprattutto il cibo e tutto l'ambiente Roma, che è veramente speciale. Ho un contratto sino a dicembre con il Flamengo, la mia squadra del cuore, ma non mi dispiacerebbe fare ancora un altro anno in campo. E poi magari restare qui, come dirigente”.

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