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Jorginho sfata il mito: “Non sono il cocco di Sarri! Non ceno con lui e non lo vado a trovare a casa!”

(Photo by  John Walton/EMPICS/PA Images via Getty Images)

Il centrocampista italo-brasiliano è stato criticato parecchio quando le cose al Chelsea andavano male. Adesso che la squadra ha ritrovato un pizzico di serenità, il giocatore ne approfitta per togliersi qualche che sassolino dalle scarpe...

Redazione Il Posticipo

A chi non darebbe fastidio essere considerato il cocco del proprio allenatore? Da quando è arrivato in Premier League, Jorginho se lo è sentito ripetere continuamente. Il centrocampista è stato uno dei giocatori più attaccati da tifosi e stampa quando le cose andavano male al Chelsea: Oltremanica infatti l'ex Napoli è diventato il simbolo del Sarriball, lo stile di gioco che tanto ha fatto discutere in Inghilterra. Dopo la sconfitta col Manchester City nella finale di Carabao Cup, i Blues hanno ritrovato entusiasmo, come dimostrano le tre vittorie di fila nelle ultime tre gare tra Premier ed Europa League. Jorginho ha approfittato del clima più disteso per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. E lo fa mesi dopo il suo arrivo... avvenuto esattamente nello stesso giorno in cui Sarri è sbarcato a Londra!

SARRI - Jorginho ha sfatato il mito ai microfoni del Sun: "Non sono speciale. Sono un giocatore normale.  È perfetto essere come tutti gli altri. Anche se pensano che io sia l'uomo di Sarri, voglio farvi capire perché gli piaccio". Il centrocampista ha fatto chiarezza sul legame che c'è tra lui e il tecnico: "È un rapporto professionale. Non esco a cena con lui, non vado a casa sua. Sarri mi spiega cosa vuole che io faccia, cerco di capirlo e di fare il meglio possibile per la squadra. Non mi considero il suo pupillo. Penso solo di essere un giocatore che lo può aiutare a fare le cose che vuole. Qualche volta mi ha urlato per dirmi che cosa stavo sbagliando... Sono un giocatore normale. Critiche? Le accetto, ma non le condivido: mi spingono a lavorare di più per far cambiare idea alla gente".

ADDIO ITALIA - Il centrocampista ha raccontato il lungo viaggio dal Brasile all'Inghilterra passando per l'Italia: "È stato difficile trasferirmi in Italia così giovane, perché ho dovuto lasciare la mia famiglia. Venire qui è stato complicato, ma mi è servito avere qualche anno di esperienza in più e una famiglia. Sono due pressioni diverse: nel primo caso sei ancora un bambino, nel secondo invece sei un uomo". Nonostante le critiche, Jorginho non molla: "Non ho mai avuto dubbi perché credo in me stesso. Il calcio di Sarri può funzionare in Inghilterra. Ci serve tempo. Anche Pep Guardiola ha avuto problemi al suo primo anno in Inghilterra, quindi perché non dovrebbe averli anche Sarri?". Non sarà il suo pupillo, ma come avvocato difensore di Sarri... Jorginho non è niente male!