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Jordan: “Sono stato io ad essere aggredito, la mia famiglia è stata minacciata. Non dovrebbe succedere”

Jordan: “Sono stato io ad essere aggredito, la mia famiglia è stata minacciata. Non dovrebbe succedere” - immagine 1

Il Betis, nel bene e nel male ha segnato due tappe fondamentali della carriera.

Redazione Il Posticipo

Joan Jordán rompe il silenzio. Il centrocampista era protagonista della cerimonia legata al rinnovo del suo contratto sino al 2027. Una occasione anche per tornare a parlare di quanto accaduto nel derby e chiudere definitamente l'argomento. Le sue parole sono riprese dal sito ufficiale del club.

ENTUSIASTA - Il ragazzo è comprensibilmente soddisfatto. "Sono in un grande club. Ho accettato il rinnovo con grande entusiasmo. Lo stesso che mi ha spinto ad accettare Siviglia  C'è ancora molta strada da fare e non posso fermarmi. Sono molto riconoscente al club, mi ha sempre dato attenzioni e supporto, esattamente come i tifosi. Qui è tutto molto speciale. Mi sono sentito molto amato da quando sono arrivato. Il Siviglia trasmette qualcosa di speciale, mi piacerebbe entrarne nella storia e trasmetterne i valori. Credo sia ancora più importante che indossare la fascia di capitano anche se spero di averla".

Jordan: “Sono stato io ad essere aggredito, la mia famiglia è stata minacciata. Non dovrebbe succedere” - immagine 1

BETIS - Inevitabile parlare anche di quanto accaduto. Il Betis, nel bene e nel male ha segnato due tappe fondamentali della carriera. "Nel mio primo derby contro il Betis hi giocato poco ma sono stato felicissimo. Abbiamo vinto ed è stata una giornata molto bella ed è stato allora che ho iniziato a capire quanto fosse speciale quella partita per la città. Quella partita mi ha segnato molto nonostante fossi sconvolto per non essere partito dall'inizio". Infine arriva una precisazione. "Finora sono stato zitto, non volevo parlare. Ognuno ha espresso la propria opinione, commentato e detto la sua. Io mi limito a lasciare che  ognuno pensi quello che vuole ma vorrei precisare alcuni aspetti. E lo faccio per chiudere definitivamente la questione. Credo sia necessario capire che sono stato io quello aggredito ed è un peccato che negli stadi succedano queste cose. Dobbiamo trasmettere valori ed educazione ai bambini. A livello personale, sia io che la mia famiglia abbiamo passato un brutto periodo. Siamo stati minacciato, non dovrebbe accadere".