Dovendo scegliere la maggiore eredità lasciata al calcio da Johan Cruijff, che due anni fa si arrendeva ad un terribile male, avevamo trovato parecchie difficoltà. Complicato preferire qualcosa nell'enorme lascito del Profeta del Gol al football moderno, al punto che si potrebbe tranquillamente definire il 2018 come l'anno 2 d.C, dopo Cruijff. Le giocate pazzesche in campo, le innovazioni tattiche in panchina, il concetto del calcio totale, lo sviluppo di un sistema societario divenuto lo standard dei grandi club. Alla fine, abbiamo deciso che l'eredità principale di Cruijff è stata proprio...Cruijff, la sua figura nella più assoluta totalità. Ed un titano del genere non poteva che lasciare al calcio anche...dei figli. Ne abbiamo scelti tre. Quello naturale, quello putativo e quello che davvero non ti aspetti.
calcio
I figli di Johan: l’eredità calcistica di Cruijff in tre figure
L'eredità principale di Cruijff è stata proprio...Cruijff, la sua figura nella più assoluta totalità. Ed un titano del genere non poteva che lasciare al calcio anche...dei figli. Uno naturale, uno putativo e uno inaspettato.
Il figlio naturale: Jordi Cruijff
Chi ha portato, non senza una certa comprensibile difficoltà, il glorioso cognome Cruijff sui campi di mezzo mondo è Jordi, nato nel 1974, che porta il nome del santo patrono della Catalogna. Un'eredità davvero complicata da scrollarsi dalle spalle, al punto che, pur mantenendo l'iconico numero 14, ha sempre preferito avere scritto sulla maglia semplicemente Jordi. Papà Johan, conscio dell'impossibilità di sfidare costantemente un termine di paragone così grande, ha fatto sì che il rampollo di casa Cruijff lasciasse Barcellona e lo ha affidato a Sir Alex Ferguson. Dopo qualche anno a Manchester, JC junior ha continuato a giocare in squadre minori fino al 2010, anno in cui ha appeso gli scarpini al chiodo. La fama ed il palmares, beh, non possono certo competere con quelli di Cruijff senior, ma nel corso di quindici anni di carriera Jordi si è creato una storia professionale degna di nota, che lo ha portato fino alla panchina del Maccabi Tel Aviv, su cui siede dallo scorso anno.
Il figlio putativo: Pep Guardiola
Dovendo scegliere un figlio putativo di Johan Cruijff, non dovremmo spostarci di molto dal Camp Nou. La maggior parte degli allenatori che si sono ispirati al tre volte Pallone d'Oro, prima o poi, si sono seduti sulla panchina del Barcellona, continuando così una tradizione iniziata negli anni Settanta, con il trasferimento dell'olandese in Catalogna. Non può certo essere un caso che tutte le cinque Coppe dei Campioni conquistate dai blaugrana portino...la firma del numero 14. La prima da allenatore, le altre quattro vinte da suoi eredi: Rijkaard, Luis Enrique e, soprattutto, da Pep Guardiola. Calciatore chiave del Barça di Cruijff, l'attuale tecnico del Manchester City è quello che in panchina forse più si avvicina alla leggendaria figura dell'olandese. Geniale, innovatore, a volte controverso, Guardiola non ha mai smesso di sottolineare l'importanza degli insegnamenti di Johan sia sul campo che nella gestione di un club. L'effetto del quarantasettenne di Santpedor sul calcio del nuovo millennio può essere tranquillamente accomunato a quello del suo Maestro. Che gli ha spesso riconosciuto le doti del grandissimo allenatore: personalità e intelligenza. Se non è un'investitura, poco ci manca.
Il figlio che non ti aspetti: Eric Cantona
Ma la figura di Cruijff ha lasciato un ricordo, un'eco o un soffio di ispirazione anche in chi, almeno palesemente, non avrebbe granchè in comune con l'olandese. Si può, per esempio, accomunare la figura di Eric Cantona a quella del numero 14? A prima vista parrebbe proprio di no, ma una visione più profonda del calciatore francese suggerisce che il Profeta del Gol sia stato un'influenza importante per l'ex Manchester United. In comune i due hanno una personalità sopra le righe, espressa in maniera diversa, ma che contraddistingue i calciatori determinati e determinanti. Una sicurezza di se stessi che spesso viene scambiata per supponenza, ma che affiora le sue radici dall'analisi di ciò che si vede in campo. I numeri (e le bacheche) hanno sempre dato ragione a Cruijff e quasi sempre anche a Cantona. Che, sorpresa sorpresa (ma a questo punto neanche troppo), cita l'olandese tra i suoi modelli, calcistici e di vita. Era un creatore: con il suo modo di giocare a calcio era al centro di una rivoluzione. L'Ajax ha cambiato il calcio e lui ne è stato il leader. Se avesse voluto avrebbe potuto giocare in ogni posizione del campo. Parole di un ragazzo che guarda con occhi pieni di ammirazione un modello. Magari non paterno, ma quasi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA