Inter dopo una serie di schiaffoni, non è il caso, almeno uno, di darlo? Il mercato è stato condotto in modo intelligente, innegabilmente funzionale alle esigenze di Spalletti. I primi 180' di campionato premiano le scelte della dirigenza ma nessuno si offenderà se questa sessione di calciomercato si possa catalogare, sinora, come deludente. Lecito, viste le premesse e la forza del gruppo Suning, attendersi qualcosa di diverso. Invece la lista dei “No” è lunghissima.
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Inter, un mercato cinese: seduti sulla riva del fiume ad aspettare
Il mercato è stato condotto in modo intelligente, funzionale alle esigenze di Spalletti. I primi 180' di campionato premiano le scelte della dirigenza ma resta una domanda. C'è da essere contenti? Gli interisti sono soddisfatti?
Ben altre ambizioni, a luglio
Luglio, col bene che ti voglio, chi sa chi arriverà. Luglio m'ha fatto una promessa il top player ci sarà. Musica, maestro: Vidal, Nainggolan, Di Maria, Bale, Schick. Abbastanza per sognare. Il risveglio è stato piuttosto brusco. A suon di schiaffoni: una serie di “no” uno dietro l'altro, ha riportato l'Inter sulla terra. Questione di Fair Play Finanziario, certo, ma il concetto “Inter is Coming” si sta dilatando in “Inter is waiting”. Quanto basta prima per avvilire, poi per avvelenare larga parte di una tifoseria che, complice il mercato faraonico sull'altra sponda di Navigli, si è sentita presa in giro.
Una rosa comunque corta
Fortunatamente sono arrivati i risultati. La sensazione è che tutto sia stato studiato con il bilancino da farmacista, considerando anche che la squadra non parteciperà alle coppe. L'Inter ha una sua ossatura e una spina dorsale importante. Handanovic, Skriniar-Miranda, Borja Valero, Icardi. Cinque punti fermi e una rosa di 14-15 calciatori su cui fare affidamento, più qualche ricambio. Il minimo indispensabile per affrontare un massimo carico di 43 partite.
C'è da essere contenti?
Resta una domanda. C'è da essere contenti? Soddisfatti? Risposta: tutto, come sempre, dipende dai risultati. Una campagna acquisti che non ruba l'occhio ma restituisce l'Inter ai vertici è comunque accettata. Ben diverso se, malauguratamente, qualcosa dovesse andare storto. Questa campagna acquisti intelligente è come un boomerang. Può tornare indietro e restare saldamente in mano. Oppure può cambiare traiettoria e colpire dove fa più male.
Ultimi fuochi? O è meglio lasciar perdere?
A 48 ore dalla fine del mercato l'Inter ha ancora bisogno di qualche ritocco. Serve un difensore, ma non ci sarà alcun allungo nel rush finale. Gli obiettivi sono noti: Mangala e Mustafi. Le posizioni di Arsenal e City sono stranote: per noi va bene, purché pagate. Subito. Ecco, appunto. Sabatini e Ausilio non hanno la forza (economica) per partecipare e vincere la corsa al giocatore. Ecco perché si sceglierà la seconda opzione. Spostate la trattativa sulla guerra di posizione. Prendere il calciatore per...logoramento sfruttandone il malcontento e l'oggettiva necessità dei club di privarsene. Un mercato quanto mai cinese: si attende sulla riva del fiume.Prima o poi, passerà l'occasione da cogliere. L'ultimissima è Karamoh. Sabatini è d'accordo con l'entourage del calciatore. Il club francese però ha rifiutato la proposta. Prendere l'ennesimo “no”, sarebbe clamoroso...
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