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Spalletti: tris da coppa…

Spalletti ha tre assi nella manica per giocarsi la volata Champions. Icardi, Perisic e Cancelo. Del resto, se gli esterni spingono, l'argentino segna...

Redazione Il Posticipo

I tre moschettieri di Spalletti: Icardi, Perisic e Rafinha. Senza il loro apporto, i nerazzurri sono depauperati. Qualitativamente e tecnicamente. Le scelte del tecnico toscano però premiano qualità e talento e possono essere decisive per restituire l’Inter all’Europa che conta. Restano 900’ e il calendario non è semplicissimo. L’Inter vista a Genova, però, complice il calo della Lazio e un Milan ancora a distanza di sicurezza (dopo il derby sarà tutto più chiaro), può serenamente centrare l’obiettivo.

No Icardi, no Champions

Se segna Icardi, l’Inter va in Champions in infradito. In un campionato che si sta assottigliando sempre di più e in cui i valori si equivalgono, le sfumature si trasformano in discriminanti. In questo senso, Icardi è un doppio taglio destinato a squarciare la classifica. Nessuno, fra le pretendenti alla Champions Lazio esclusa, ha un attaccante capace di segnare così tanto. Attenzione, però: Icardi è uno stoccatore straordinario, un finalizzatore letale. Non vince, però, le partite da solo. Al netto dell’infortunio, non ha spalmato i suoi gol con regolarità, ma è andato a segno con il pallottoliere quando la squadra ha iniziato a girare o ha girato. La tesi è sostenuta dai numeri: l’argentino non segnava da settantuno giorni e su azione, l’ultimo gol risaliva alla sfida di Firenze finita in pareggio. Per tornare ai tre punti, occorre addirittura spostare le lancette a novembre, quando l’Inter sbanca Cagliari.

No gioco, no Icardi

L’argentino trova la via della rete da centravanti vecchie maniere. A Marassi ha persino “esagerato”, ma è innegabile che la ritrovata vena del puntero argentino dipenda da una rivisitazione di gioco dell’Inter. Senza Vecino e Valero, ma con Brozovic e Rafinha, l’Inter ha guadagnato in qualità, geometria, tecnica e intensità. E se il pallone viaggia più veloce, premia i movimenti di chi si muove verticalmente ai lati della mediana o taglia il campo. Non è un caso che l’Inter si sia presentata con quattro o cinque uomini dentro l’area di rigore della Sampdoria e che fossero sempre gli stessi, Rafinha, Icardi, Perisic, Cancelo e Candreva. Evidentemente le catene sono tornate a funzionare, oliate da un gioco che privilegia tagli e sovrapposizioni. Resta da capire quanto sia stata “partecipe” la Samp. In questo senso, le sfide contro Torino e Milan diranno molto, se non tutto, sulla ritrovata Inter.