L’Inter si spaventa all’inizio e alla fine, ma poi sbanca il Bentegodi e porta a casa punti preziosissimi in chiave Champions. I nerazzurri restano in scia alle romane dopo 90’ giocati più di necessità che di qualità. Per il gioco, rivolgersi altrove. L’Inter è tornata…Inter. Soffre, gestisce in modo discutibile la partita, ma si aggrappa alle individualità. Handanovic conserva. Icardi e Perisic confezionano. E alla resa dei conti, passa comunque alla cassa.
SCACCIAGUAI – Il calcio, in fondo è semplice. Come la ricetta nerazzurra: un portiere e una difesa difficilmente battibili. Un attaccante che la butta dentro con regolarità. Con questi ingredienti, non serve neanche incidere o insistere nel cercare chi sa quali soluzioni. Spalletti, infatti, non cerca il gioco quanto il risultato. Gestendo da selezionatore più che da allenatore. In campo la migliore formazione possibile. Quella che offre maggiori garanzie. Poi ci si affida alla premiata ditta scacciaguai. Handanovic, Icardi e Perisic. Sostenuti dai tre tenori, i nerazzurri ricalcano il solito canovaccio. Soffrono, si aggrappano agli episodi e al solito Handanovic, che con una prodezza evita la rete del vantaggio clivense.
QUALITÀ? – E la famigerata qualità? Beh, quando i ritmi calano, i nerazzurri vincono più per inerzia. Il Chievo, a parità di forze, è anche più pericoloso e organizzato. L’Inter, privata di Gagliardini, soffre la fase di non possesso. E comunque balbetta calcio anche in fase di palleggio. Quando il pallone è invece fra i piedi avversari, sono dolori. Il Chievo, a proposito di qualità, ne ha poca. E non è neanche fortunato. Sbatte sul palo e poi contro il muro issato da Handanovic.
EPISODIO – Quando i ritmi calano e il Chievo, sebbene ben organizzato, cede qualcosa sul piano dell’intensità e della concentrazione, all’Inter è sufficiente attendere l’episodio. Succede che Sorrentino non trattiene e Icardi insacchi l’1-0. E da allora cambia tutto. Maurito è stato utile anche psicologicamente, aprendo una partita particolarmente complicata. Dopo aver sbloccato la partita, l’Inter è padrona del campo, complice uno stato d’animo che incide molto in questo tipo di match.
IN DISCESA – Non a caso, una volta trovato il vantaggio, la storia si mette in discesa. Micidiale l’uno-due. Comprensibile: il Chievo ha coraggio, forza e tecnica per resistere, non per riprendere l’Inter. L’ha spaventata, ma non gli è stato sufficiente. Spalletti incarta e porta a casa, nonostante tutto e come spesso gli accade. Alla fine contano i risultati. E l’Inter, al netto delle discussioni sulla qualità, è dove deve essere. La lotta Champions è ancora aperta. E guarda caso, grazie a Perisic e Icardi. 37 gol su 56 totali dell’Inter portano la loro firma. La premiata ditta è la chiave per l’Europa che conta.
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