Estate 1988, Paul Gascoigne è la nuova stella del calcio di Sua Maestà. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. E nel giro di pochi giorni, tre telefonate diverse decidono il futuro del talento del Newcastle. Lo ha raccontato lo stesso Gazza a Talksport, partendo dal momento in cui il telefono di casa squilla per la prima volta. A chiamare è il tecnico del Liverpool...

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Il solito Gazza: “Agli Spurs e non allo United per un lettino. E Ferguson mi scrisse ‘bastardo ciccione’…”
Estate 1988, Paul Gascoigne è la nuova stella del calcio di Sua Maestà. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. E nel giro di pochi giorni, tre telefonate diverse decidono il futuro del talento del Newcastle...
GLI SCOZZESI - “Dico a mio padre: 'Papà, è Kenny Dalglish. E lui mi risponde solamente: 'figliolo, i soldi'". Peccato che ci sia un leggero problema di comunicazione. Persino per un ragazzo di Newcastle, l'accento scozzese di King Kenny è troppo complicato da decifrare. "Ho parlato con Dalglish, ma non ho capito una parola di quello che ha detto. Quindi l'accordo con il Liverpool è saltato". Nessun problema, perchè a Gazza non mancano certo le richieste. E infatti il telefono suona di nuovo. Dall'altro capo dell'apparecchio c'è un altro scozzese, Sir Alex Ferguson. "Anche stavolta, mio padre mi guarda e mi dice: 'i soldi'. A Sir Alex ho detto che avrei certamente firmato con loro. E lui mi fa: 'io vado in vacanza, quando torno sarai già dello United, ci vediamo a Old Trafford'. Gli ho detto di sì, ero felicissimo. In capo a qualche giorno lo United mi avrebbe acquistato per 2,2 milioni di sterline". Poi però il telefono squilla per la terza volta.

CASA, MACCHINA E LETTINO - "Erano gli Spurs. Mio padre mi fa: 'no, tu agli Spurs non ci vai, tu vai al Manchester United'. Ed è quello che ho ripetuto al presidente. Che però mi ha risposto: 'compreremo una casa ai tuoi genitori'. L'ho detto a mio padre e lui di colpo mi dice: 'Ma che stai aspettando, figliolo? Digli che ho bisogno anche di una macchina. Voglio una BMW e la casa la scelgo io'. Quindi prendo la macchina per andare a firmare col Tottenham, passo vicino a Old Trafford e comincio a tremare. Tra me e me penso: 'Sir Alex Ferguson ce l'avrà con me a morte'. E poi, mentre sono quasi arrivato mi chiama mia sorella: 'Se mamma e papà avranno una casa, io voglio un lettino per prendere il sole'. E quindi credo che l'accordo sia andato a buon fine proprio per quel lettino". Potrebbe anche finire qui. Ma no, Gazza ha altro da raccontare.
LA LETTERA - Così come aveva qualcosa da dire Sir Alex. "Mi arrivavano tantissime lettere dai tifosi e un giorno ne arriva una enorme da Ferguson. Mi ha massacrato, mi ha scritto 'stupido bastardo ciccione'. Mi ha detto che lui poteva decidere di andare al Real Madrid o al Barcellona, ma ha scelto il più grande club del mondo. E non mi ha più parlato per sei anni". Poi le cose sono migliorate, ma per Gazza lo United resta un rimpianto. Anche perchè quella squadra ha scritto la storia. "La prima stagione il Tottenham ha fatto meglio dello United, quindi pensavo fosse tutto a posto. Ma negli anni successivi ha cominciato a far giocare gente come Beckham, Scholes, Butt e a vincere il campionato con facilità. E a quel punto ho pensato, wow, potevo esserci io lì. E a volte ripenso a tutto quello che hanno vinto con Sir Alex, ci sono momenti in cui mi ritrovo a immaginare come sarebbe stato andare al Manchester United". La storia, però, non si fa con i "se" o con i "ma". Altrimenti, quella di Gazza sarebbe stata decisamente diversa.
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