Non sempre vince il più forte, in generale, figurarsi in un derby. Alla fine sorridono Pioli e chissà forse anche Spalletti, in attesa di Venezia. Inzaghi torna nel triello scudetto. L'Inter perde male, subendo una rimonta, ma resta sempre con un punto in canna (anche se potrebbero essere di più considerando la partita da recuperare con il Bologna) sopra tutti. Il Diavolo, questa volta, veste Olivier Giroud e parla francese. Naso all'insù e erre non tanto moscia, con Maignan che regge la baracca quando serviva farlo. In buona sostanza, vince il cuore di un Milan infinito sospinto da un Tonali strepitoso e trascinato dalla fame di Pioli che ci crede oltre i perenni infortuni, oltre rendimenti altalenanti. È lui che compie la spariglia determinante dalla panchina nel momento di vuoto tecnico. Mancava un ponte negli ultimi 30 metri per incontrare il fiuto di Giroud e allora ecco la mossa da tre punti. Dentro Diaz, fuori Kessie stordito dalla Coppa d'Africa e abbastanza impalpabile. E più vita, meno ansia e metri preziosi in avanti con lo spagnolo calamita ispirata di palloni e strappi. Un Diaz recuperato nella sfida più sentita che gioca bene, il che non accadeva da un po' di tempo. Di contro, Inzaghi annulla per vari motivi il controllo che la sua squadra aveva sulla partita. Nella girandola del turnover cade nell'esclusione di Calhanoglu, unico legame che poteva suggerire a un attacco mai davvero innescato. Alla fine è il derby delle svolte improvvise e di Var o non Var chiamati. A San Siro nessuno chiama Guida su un presunto fallo di Giroud su Sanchez, mentre all'Olimpico Nasca al Var riprende Abisso reo di non aver visto il pestone di Abraham sul piede di Vasquez in occasione del gol straordinario di Zaniolo che aveva firmato la vittoria sul Genoa. Sinceramente, è diventato un enorme sforzo di applicazione quello di capire ciò che si può seguendo i regolamenti, ma che poi non si capisce quando i regolamenti vengono ignorati o interpretati. Rassegniamoci. L'uniformità di giudizio non ci sarà mai, perché c'è sempre un uomo, una personalità diversa, che decide dietro una macchina tecnologica o un video. C'è sempre un punto di vista differente dietro un chiaro, grave ed evidente errore. Detto questo, va a Zaniolo il podio più alto della giornata per aver segnato un vero, evidente e chiaro gol da campione, dopo una settimana tribolata. Allo stesso modo, lode piena a una scintillante Lazio che a Firenze bussa tre volte. Sarri dà una lezione di calcio a Italiano. Progressi e lavoro sul campo, ma il segreto della vittoria è più o meno noto. Se Immobile, Milinkovic Savic e Luis Alberto sono in giornata non ci sono schemi che tengano. Il calcio è spesso dei calciatori, ma ce lo ricordiamo solo quando vogliamo. A volte serve parlarsi di più, a pranzo, per migliorare le cose, senza appellarsi al mercato o ad altro.
Il Posticipo![]()

I migliori video scelti dal nostro canale
il post
L’Appunto
Di Stefano Impallomeni. Sorridono Pioli e chissà forse anche Spalletti, in attesa di Venezia. Inzaghi torna nel triello scudetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA