"Son ragazzi" si dice spesso quando un giovanotto prende una decisione un po' troppo avventata. Ma nel calcio la disciplina è qualcosa di importantissimo e al Barcellona, come è noto, ci si tiene in maniera particolare. Ecco perché, dopo poco più di un mese dal fatto, il giovane centrocampista Arthur recita pubblicamente il mea culpa per aver partecipato al compleanno parigino dell'amico Neymar solo quarantotto ore prima della gara d'andata del Clasico di Copa del Rey.
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Il mea culpa di Arthur: “Ho sbagliato ad andare alla festa di Neymar”
Il giovane centrocampista del Barcellona fa mea culpa per essere andato alla festa di compleanno di Neymar. Il club blaugrana lo aveva sgridato per un comportamento non troppo da professionista appena 48 ore prima del Clasico.
HO SBAGLIATO - Sarà che gli ospiti sono francesi e quindi richiamano la scappatella a Parigi del mese scorso, sarà che c'era gente che ancora aspettava le scuse ufficiali del ragazzo. E come riporta Sport, nella conferenza stampa prima dello scontro tra Barcellona e Lione di Champions League, il centrocampista Arthur Melo ci ha tenuto a presentare le proprie scuse a tutti per far capire che il suo atteggiamento, d'ora in avanti, sarà orientato verso la massima serietà. "Ho sbagliato ad andare a quella festa. Ero emozionato ma ho delle mie responsabilità ed ero consapevole di ciò che stavo facendo. Mi scuso se ho deluso qualcuno dei miei colleghi. Mi hanno aiutato molto".
GIOVANE MA CON LA TESTA - Probabilmente, a Barcellona, più di qualcuno, tra tifosi e dirigenti starà tirando un sospiro di sollievo. Con queste dichiarazioni il giovane Arthur Melo ha voluto mandare un messaggio chiaro. Giovane? Sì, ma ha imparato dal suo errore e ha capito che nel calcio, soprattutto a certi livelli, la serietà e la professionalità sono la prima cosa. Sollievo, sì: d'altronde, per far rientrare nell'alveo dei comportamenti professionalmente accettabili l'altro giovanotto, Ousmane Dembélé, il Barça ha dovuto lavorare duramente ed è quantomeno rassicurante sapere che ad Arthur, invece, sia bastato semplicemente fare tesoro dell'errore e un po' di pausa dal campo, non per motivi disciplinari ma per infortunio.
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