Quando è arrivato al Camp Nou, Pedro González López era un ragazzino su cui in molti avrebbero scommesso, ma in pochi si immaginavano che sarebbe diventato...Pedri in così poco tempo. E invece il calciatore delle Canarie si è preso immediatamente la scena, prima con Koeman, poi con Xavi e, già che c'era, anche con Luis Enrique, diventando la pietra angolare su cui si basa il futuro dei blaugrana e delle Furie Rosse. Il tutto nonostante sia giovanissimo (classe 2002), ma la maturità al centrocampista non sembra mancare. E lo conferma un'intervista rilasciata al Guardian, in cui Pedri parla di come il calcio stia cambiando e di alcuni colleghi che lo ispirano nel modo di giocare.

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Il cruccio di Pedri: “Il calcio sta diventando sempre più robotico, i giocatori corrono e sono meno tecnici”
Calcio robotico, meno talento
Da calciatore con qualità tecniche ampiamente al di sopra della media, il blaugrana vorrebbe vedere...più giocatori come lui. Ma il calcio non sembra andare in questa direzione... "Negli ultimi tempi credo che stiano emergendo più calciatori che corrono molto, piuttosto che calciatori tecnici che capiscono il gioco. Il calcio sta diventando sempre più robotico, anche se c'è ancora qualcuno che continua a rompere le regole. Io gioco per divertirmi, lo faccio da sempre, e questa è la cosa migliore che può fare un calciatore. Se ti diverti, giochi meglio. Alcuni club sono contenti di vincere indipendentemente da come lo fanno. Anche il Barcellona vuole vincere, ma giocando il pallone e creando occasioni. Questo è il tipo di calcio che mi piace di più".
Iniesta e Busquets
Il modello, del resto, è un certo Don Andres, idolo di Pedri sin dai tempi dell'infanzia. “Iniesta mi è sempre sembrato una bella persona. Aveva la calma necessaria per giocare semplice e per rendere le cose più facili di quanto lo fossero. Il modo in cui riusciva a liberarsi degli avversari cambiando marcia mi ha sempre affascinato". In rosa con lui invece c'è Busquets, la vera roccia della squadra di Xavi. Un centrocampista che fa un lavoro diverso, ma altrettanto fondamentale. “Busquets deve attirare gli avversari e lasciare ai compagni la possibilità dell'uno contro uno, sappiamo che non può partire palla al piede e saltare cinque o sei giocatori. Ma ci vuole molta fiducia in se stessi per fare quello che fa lui, non hai mai tempo per pensare, devi essere coraggioso e forte fisicamente per prenderti certi rischi. Non è semplice". Ma quando uno è un campione...lo diventa.
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