Le reazioni del corpo all’infezione da COVID-19 sono diverse da persona a persona. Alcuni sono asintomatici, mentre altri sviluppano problemi anche molto gravi. E anche per le conseguenze successive alla malattia la casistica è varia. Alcuni calciatori hanno avuto problemi cardiaci, con miocarditi acute come quella di Alphonso Davies, mentre altro hanno avuto condizioni fisiche generali non ottimali, come nel caso di Joshua Kimmich. Chi ha sofferto parecchio al riguardo è stato il centrocampista del Chelsea Callum Hudson-Odoi. L’inglese ha raccontato al sito dei Blues il suo calvario, che sembrava totalmente slegato dal coronavirus ma che invece è stato causato proprio dall’infezione presa mesi prima.

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Il calvario post-COVID di Hudson-Odoi: “Problemi neurologici, non riuscivo a calciare il pallone a 10 metri”

Chelsea's English midfielder Callum Hudson-Odoi applauds supporters on the pitch after during the English Premier League football match between Chelsea and Brighton and Hove Albion at Stamford Bridge in London on April 3, 2019. - Chelsea won the game 3-0. (Photo by Glyn KIRK / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. / (Photo credit should read GLYN KIRK/AFP/Getty Images)
Problemi neurologici
“È stato un infortunio strano. Era un problema neurologico, avevo un nervo nella schiena che non mi funzionava bene e che mi creava problemi in tutto il corpo, mi rendeva complicato mantenere il tono muscolare. Non avevo potenza nelle gambe, era complicato fare qualsiasi cosa. Cercavo di passare il pallone a dieci metri ma non avevo forza nelle gambe e non ci riuscivo”. Un qualcosa che sembrava incomprensibile ma che alla fine aveva una ragione ben precisa… “Penso che fosse un problema post-coronavirus, ma non potevo crederci perché ce l’avevo avuto a dicembre ed era passato molto tempo”. E invece anche a distanza di tempo, il corpo ha avuto conseguenze.
Dal tendine di Achille alla schiena
E da una mancanza di forza al tendine di Achille, le difficoltà si sono spostate altrove. “Il problema è cominciato con il tendine di Achille e ho provato a usare altre parti del corpo per evitare di stressarlo. Quindi per esempio il usando correvo cercavo di non correre troppo sulle punte perché il mio tendine d’Achille non era troppo forte. Ho provato a trovare un altro modo di correre e quindi ho cominciato ad avere problemi alla schiena”. Dunque, buona parte della stagione scorsa è saltata. E l’inglese non vede l’ora di riprendere. “Ora per fortuna va tutto bene, il mio tendine è di nuovo forte così come la schiena. Sono contento di riavere la mia forza e la mia velocità, era tutto quello che volevo”. Con la speranza che i problemi a lungo termine siano terminati…
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