Nello sport può accadere qualsiasi cosa a chiunque. Si può fare gol e subirlo, far beccare un cartellino a qualcuno o prenderselo. Allo stesso modo si possono fare i falli e subirli. Solo che, per lo stesso motivo, in certi contrasti si può far infortunare qualcuno o rimanere infortunati. È il caso di Van Dijk, che nel 2020 è rimasto a lungo infortunato nel derby del Merseyside in seguito a un intervento fuori tempo di Pickford. Ma sono cose che succedono proprio a tutti e a ritrovarsi dall’altro lato della barricata ci vuole molto poco. A dimostrarlo c'è un ex Liverpool parla dell'infortunio che si è procurato in un contrasto proprio con Van Dijk. E il problema fisico era diventato soltanto l'ultimo dei suoi problemi.

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Il calvario dell’ex Liverpool Ngoo: “Un scontro con Van Dijk mi ha distrutto, fisicamente e psicologicamente”

BIRMINGHAM, ENGLAND - OCTOBER 04: Virgil van Dijk of Liverpool reacts after Aston Villa score their 7th goal during the Premier League match between Aston Villa and Liverpool at Villa Park on October 04, 2020 in Birmingham, England. Sporting stadiums around the UK remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Peter Powell - Pool/Getty Images)
Un ex Liverpool parla dell'infortunio che si è procurato in un contrasto con Van Dijk. E il problema fisico era diventato soltanto l'ultimo dei suoi problemi.
CARRIERA A RISCHIO - Nel 2014, il Liverpool decide di mandare Michael Ngoo in prestito al Kilmarnock, in Scozia. All'epoca, Virgil Van Dijk era il centrale difensivo del Celtic. Quando i due si scontrano, in tutti i sensi, l'attaccante londinese che spesso veniva paragonato a Peter Crouch per la statura (198 cm) resta a terra. Serviranno due operazioni, viti nella caviglia e due anni lontano dal campo per recuperare. "Non mi sono infortunato solo fisicamente. Ero anche distrutto psicologicamente", spiega a Planet Football. "Dopo la prima operazione, lo specialista ha chiarito che se la riabilitazione non fosse andata secondo i piani non avrei più potuto giocare a calcio. L'ha chiarito subito".

RANCORE - E la depressione è dietro l'angolo. "Ho passato un periodo davvero brutto. Salivo in macchina, mettevo della musica e cominciavo dei lunghi viaggi senza meta in autostrada. Poi tornavo a casa. Ero stressato e riflettevo su cosa fare perché credevo che non avrei potuto più dare un calcio a un pallone". È tornato a giocare, fortunatamente, ma prima tra i dilettanti, poi all'Oldham e ora nel Tirana in Albania. Nel 2014, dopo l'infortunio aveva detto: "È volata qualche parola di troppo e poi mi è entrato da dietro. Credo l'abbia fatto apposta", ma dopo le scuse dell'olandese recapitate tramite un amico comune, l'ex City John Guidetti, "Il danno è fatto, non serbo rancore". Del resto, sono cose che purtroppo succedono…
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