Quando le cose non vanno bene dal punto di vista economico, spesso bisogna arrivare a dei compromessi. Bene i valori che contraddistinguono qualcuno, ma se il rischio è quello di fallire, forse è meglio valutare quali siano le vere priorità. Persino il Barcellona che per decenni non ha avuto lo sponsor sulla prima maglia, confermando il tuo status di "mes que un club" ha ceduto, prima ospitando sul petto dei suoi calciatori il logo dell'Unicef, per un'iniziativa certamente lodevole, ma poi è passata a una partnership vera e propria, Rakuten, con cui è stato firmato contratto nel 2018, che termina a fine stagione e che prevede 55 milioni di euro a stagione di entrate per il club catalano. E quando cade un tabù, gli altri seguono di conseguenza…

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Il Barcellona verso un sacrificio…estremo: lo stadio dei blaugrana può diventare il “Camp Nou Spotify”!
Quando le cose non vanno bene dal punto di vista economico, spesso bisogna arrivare a dei compromessi. Il Barcellona questo lo sta imparando a sue spese e ora potrebbe dover cedere su un punto che ai tifosi sta molto a cuore...
NAMING RIGHTS - Cosa è rimasto al Barcellona da vendere, anzi, per come la vedono molti tifosi, da svendere? Il nome dello stadio. Il Camp Nou rischia di trasformarsi. MundoDeportivo spiega infatti che sono in corso trattative per la cessione dei naming rights dell'impianto. Nulla di troppo particolare, considerando che in Europa ci sono già tantissimi stadi che hanno preso il nome di uno sponsor, non ultimo l'Allianz Arena a Torino. Il fatto però che accada a Barcellona e un impianto che ha sempre rappresentato il cuore pulsante non solo del club, ma anche di tutta la Catalogna e di ciò che la regione rappresenta da un punto di vista "spirituale" e politico, ovviamente fa parecchio rumore. E fa rumore anche e soprattutto perché a prendersi diritti sul nome dello stadio potrebbe essere un sponsor abbastanza celebre: Spotify.
SPOTIFY- Secondo le indiscrezioni che arrivano dalla Spagna, il pacchetto di sponsorizzazione da parte dell'azienda svedese prevede 340 milioni di euro in cinque anni, compresa la parte che andrebbe a pagare il diritto di chiamare con il nome del servizio di streaming musicale il celebre impianto della città. Un nuovo tentativo di entrare nel calcio da parte del fondatore, Daniel Ek, che negli scorsi anni ha spesso provato ad acquistare l'Arsenal, ma con scarsi risultati. Che invece un servizio online diventi main sponsor, non è proprio una novità, considerando che sulle maglie del Manchester United campeggia il nome della tedesca TeamViewer. Ma un conto è la maglia, un altro il Camp Nou. Anzi, il Camp Nou...Spotify.
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