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I ricordi di Hierro: “Rilascerei Iniesta in panchina con la Russia. Il Fenomeno mi toglieva il sonno quando ci giocavo contro. Sarei potuto andare all’Atletico”

L'ex giocatore del Real Madrid e CT "improvvisato" della Spagna ai mondiali del 2018 ha ricordare alcuni degli episodi più interessanti della sua carriera.

Redazione Il Posticipo

Fernando Hierro ha concesso una lunga intervista ad AS per ricordare alcuni degli episodi più interessanti della sua carriera spaziando dalla esperienza in Coppa del Mondo in Russia, dove ha dovuto sostituire Julen Lopetegui ad alcuni aneddoti.

NAZIONALE - Hierro ricorda i Mondiali in Russia, dove non doveva essere neanche in panchina. "Ho dovuto farlo e non me ne pento, lo rifarei". La scelta di lasciare Iniesta in panchina contro la Russia ancora fa discutere. "Ho visto la partita molte volte. Era la decisione migliore. Andrés poteva essere importante subentrando nel secondo tempo. Ricordo che abbiamo finito per giocare quella partita negli ultimi 20 minuti con Rodrigo, Iniesta, Isco, Aspas".

REAL - L'esperienza a Madrid poteva passare dalla maglia... dei colchoneros."Ero a Valladolid, avevo 21 anni. Mi dissero che il mio trasferimento all'Atlético era stato chiuso. Il Real Madrid era il sogno della mia vita. Ho giocato con grandi campioni ma Ronaldo era fuori competizione. Mi toglieva il sonno quando giocava nel Barcellona. Contro di lui potevi giocare un'ottima partita, ma in un minuto poteva cambiare tutto, Oggi mi rivedo come caratteristiche in Ramos e come fisico in Pique".

FUTURO -  Il futuro è incerto: un ritorno in Nazionale, un club o magari il Real. "L'esperienza di lavorare nelle categorie inferiori della Nazionale è molto bella. A chiunque piacerebbe essere sulla panchina del Madrid, ma ora c'è un mio amico e sono felice che stia andando bene. Ho ricevuto offerte per allenare, ma ho deciso di riposare. Quando tornerà la normalità  vedremo se ci sarà qualche bel progetto. Vorrei comunque che Liga e la Champions League riprendessero, anche se nei mesi caldi e senza pubblico,  ma dobbiamo  ridurre al minimo i rischi e tenere conto della salute dei calciatori e delle loro famiglie".