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I dubbi di Guardiola su Messi: “L’ho incontrato per la prima volta e ho pensato ‘ma è quello di cui parlano?'”

I dubbi di Guardiola su Messi: “L’ho incontrato per la prima volta e ho pensato ‘ma è quello di cui parlano?'” - immagine 1
Per quanto possa sembrare strano, persino Guardiola ha avuto qualche dubbio sulla Pulce. Il catalano lo ha raccontato spiegando che prima di prendere in mano la panchina del Barça, non aveva mai conosciuto l'argentino. Ma appena l'ha visto...

Redazione Il Posticipo

Vincere non è semplice, ma quando ci si chiama Pep Guardiola si ha sempre una marcia in più. Figurarsi se poi in squadra c'è anche un certo Leo Messi. Il duo ha regalato al Barcellona due Champions League e al mondo del calcio una delle squadre più belle e vincenti di sempre, con altri campioni del calibro di Puyol, Piquè, Iniesta e Xavi. Eppure, per quanto possa sembrare strano, persino il tecnico catalano ha avuto qualche dubbio sulla Pulce. Guardiola lo ha raccontato in un'intervista di qualche tempo fa a CatalunyaRadio, spiegando che prima di prendere in mano la panchina del Barça, non aveva mai conosciuto l'argentino.

PICCOLO E TIMIDO

Le presentazioni non le ha fatte Messi, che nel 2008 aveva appena ventun anni, ma qualcun altro. "Qualche giocatore della rosa mi aveva detto che in squadra c'era qualcuno di veramente forte. Mi avevano raccontato che era un po' piccolino, ma che segnava tanti gol e aveva un dribbling spettacolare". Un identikit perfetto, quello regalato a Guardiola. Che però doveva ancora incontrarsi di persona con il talento di Rosario. Detto, fatto. "Non lo conoscevo ancora, poi un giorno ci siamo visti al negozio della Nike all'aeroporto di El Prat. L'ho visto così piccolo e timido e ho pensato: 'ma è questo il giocatore di cui mi parlano così bene?'".

VINCERE TUTTO

Evidentemente era proprio lui, come dimostrerà la Pulce già dalle prime amichevoli. "Siamo andati a iniziare la stagione in Scozia e vincevamo 0-5 o 1-6. E lui segnava tre gol. E a quel punto ho pensato che avremmo vinto tutto". Previsione più che azzeccata da parte di Guardiola. Che per preservare il ruolo centrale di Messi non ha esitato, nel corso degli anni al Camp Nou, a fare a meno di calciatori dalla personalità spiccata, ma che non erano perfetti per il progetto, come Eto'o o Ibrahimovic. Ma alla fine, l'albo d'oro ha dato ragione a lui. E a quel ragazzino così piccolo e timido, che anche grazie a Pep è diventato uno dei giganti di sempre del calcio...