Del resto, non è esattamente un santo. E lo ammette anche candidamente, nel giorno del suo ritiro dall’attività agonistica. Lascia il calcio a 42 anni e il 24 gennaio del 2010, allo stafio Girardot di Medellin, pronuncerà uno storico “Yo soy un pobre peccator”. Sono un povero peccatore. Una confessione in piena regola. Di peccati ne ha commessi e anche tanti, ma chiede scusa con candore. È il simbolo di una nazione, dove il concetto di bene e male, negli anni ’90 è piuttosto aleatorio. E la vita è un accessorio. Forse per questo l’ha vissuta così intensamente. Anche se, pur dopo aver abbandonato il calcio continua a far parlare di sé.