L'essere vicino a certi ambienti lo porta addirittura in carcere. Il portiere della Colombia viene accusato di aver tratto profitto da un sequestro in cui era implicato persino il boss Pablo Escobar. Higuita fa da corriere per il denaro del riscatto e viene pagato per questo, il che lo fa finire dritto in prigione. Del resto i rapporti con il “paron” del narcotraffico erano noti. Fu invitato, e partecipò, ad una partita di calcio alla Catedràl, la prigione d’oro del re dei narcos. Tanto basta per non convocarlo per i mondiali del 1994. Fra l’altro, complice anche una squalifica per doping (cocaina), ha esaurito i bonus con la giustizia colombiana: deve dettagliare la sua residenza o, se va all’estero, presentarsi all’ambasciata. In patria, invece, deve presentarsi alle autorità regolarmente.
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