Gonzalo salda il conto. La Juventus trova una vittoria che vale la qualificazione grazie all’uomo più atteso e cercato. Finalmente decisivo. Il Pipita d’oro, sebbene a mezzo servizio, regala un gol e un assist. Quanto basta per andare avanti in Champions e puntare la prua verso Kiev. La vera stranezza, a conti fatti, è che la qualificazione sia stata così sofferta. La Juventus è più forte del Tottenham e sebbene possa apparire immeritato, il passaggio del turno è logico. In certe partite, in alcuni momenti, contano altri fattori discriminanti: mentalità, esperienza e personalità.
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Gonzalo salda il conto
La rivincita di Higuain: il Pipita d'oro passa alla cassa e salda il conto del rigore sbagliato all'andata. Al netto dell'unico errore, è lui il trascinatore in Champions dei bianconeri.
Zampata e classe
Primo tempo anonimo, come tutta la Juventus. Tottenham più in palla sul piano fisico. Higuain, però, come i compagni, ha un grande merito: pur restando fuori dal gioco per la maggior parte del match, interpreta la partita come deve. Ci mette sofferenza, tenacia e fatica. E paziente attesa. La Juventus sa, e anche Higuain ne è consapevole, che il Tottenham prima o poi, un’occasione la concede. E aspetta. Più di un’ora. Intanto la squadra, lì dietro, fa il suo: regge, anche sbuffando, ma resiste. Aggrappandosi alla forza, ma soprattutto all’esperienza. E quando gli inglesi mollano un attimo la presa, Higuain tira fuori due conigli dal cappello. Tre palle toccate, una a lato. L’altra in rete. L’ultima per Dybala che porta avanti la Juventus.
Higuain passa alla cassa
Due palloni giocabili: un gol e un assist. Quanto basta per zittire la critica che aveva già sfoderato e caricato a pallettoni i fucili, indicandolo come principale responsabile della possibile eliminazione bianconera. Higuain è e resta un giocatore sopra la media, capace di vincere le partite da solo. Alla resa dei conti, il centravanti passa alla cassa. Alla “tara” del rigore sbagliato allo Stadium, risponde con due giocate decisive. E chiude in largo attivo, prendendosi anche una rivincita personale. Altro che non decisivo. La sua presenza coincide con l’approdo ai quarti di finale dei bianconeri. Una vittoria che definire immeritata è riduttivo: anche saper soffrire e restare in partita e saper risolverla in pochi attimi è un merito. Anzi, una qualità di pochissimi. Solo dei grandi, appunto.
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