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Lo sport e l’11 settembre: quando “The show must go on”
L'11 settembre 2001 la città di New York è vittima di un attacco terroristico coordinato, che porta al crollo delle Twin Towers del World Trade Center. Lo stesso giorno sono in programma le partite del primo turno di Champions League, tra cui una attesissima sfida tra Roma-Real Madrid. Tra preoccupazione e confusione, le gare del martedì si giocano regolarmente, ma in seguito la UEFA decide di sospendere gli incontri del giorno dopo, che verranno recuperate successivamente. I campionati non si fermano, ma quasi in tutto il mondo si rispetta il minuto di silenzio.
Heysel
Il 29 maggio 1985 è una data impossibile da dimenticare. Sugli spalti dello stadio Heysel, giacciono 39 vittime innocenti di quello che forse è il disastro più celebre mai avvenuto in concomitanza di una partita di calcio. Ma la finale, che deve ancora incominciare quando si comprende la portata del dramma, non può essere bloccata. Motivi di ordine pubblico costringono la UEFA a far battere il calcio di inizio. Alla fine la Coppa la solleva la Juventus, una vittoria senza gioia in una delle serate più tristi della storia del calcio. In alcuni casi, anche di rilevanza mondiale, lo sport non ha voluto o non ha potuto dire stop. Show must go on, per motivi di ordine pubblico e, purtroppo, per la netta impossibilità di fermare il carrozzone. Ecco qualche esempio in cui, anche davanti alla morte, un pallone ha continuato a rotolare o il cronometro a scorrere.

1 maggio 1994
Il weekend del Gran Premio di San Marino 1994 è probabilmente il più tragico della storia della Formula 1. Il 30 aprile, durante le prove, poco prima della curva Villeneuve, la Simtek di Roland Ratzenberger perde l'alettone e si schianta a 300 km/h. Il pilota austriaco muore pochi minuti dopo l'arrivo all'ospedale di Bologna, ma lo spettacolo va avanti. Il Gran Premio parte regolarmente, portando però ad un'altra tragedia, di risonanza ancora maggiore. Ayrton Senna perde la vita in un incidente al Tamburello, lasciando il mondo sgomento e la Formula 1 orfana di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi.
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