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Henrik Larsson si dimette dal ruolo di allenatore dell’Helsingborgs: “Non sprecherò più energie per degli idioti”

L’ex attaccante del Barcellona, Henrik Larsson, si dimette dal ruolo di allenatore dell’Helsingborgs dopo dei pesanti insulti ricevuti. E poi si sfoga contro i tifosi...

Redazione Il Posticipo

Qualcuno dice che nel gioco tutto sia lecito. In realtà, nel gioco, è lecito ciò che del gioco stesso fa parte. È lecito un intervento, anche molto duro, di un giocatore arrivato soltanto in ritardo sul pallone, così com’è comprensibile una critica. Ma se, ad esempio, una gomitata volontaria viene punita come “comportamento anti-sportivo”, così, le critiche portate all’esasperazione si tramutano a volte in pesanti insulti. E questi, nel gioco, non sono leciti. Ecco perché, dopo averne sopportati tanti, a sé e alla sua famiglia, Henrik Larsson si dimette dal ruolo di allenatore dell’Helsingborgs IF, la squadra della sua città, che lo ha lanciato nel calcio che conta e che stava cercando di riportare agli antichi fasti.

ATTACCHI - AttAs riporta che la società del sud-ovest svedese ha pubblicato una nota ufficiale in cui spiega che il tecnico, leggenda del calcio nazionale e non solo, lascia il club per aver subito “attacchi verbali”. Per l’ex attaccante del Barcellona e della nazionale, le critiche sono accettabili ma “Quando diventano attacchi personali e ti chiamano in qualsiasi modo, allora scompare tutto. Lo faccio perché amo il calcio: quando questo accade, ricevi energie negative e smetti di divertirti”. E sebbene il calcio non sia ‘solo’ un gioco, resta sempre e comunque un gioco... che di base è finalizzato a divertirsi.

NON DOVREI - L’allenatore ha subito anche delle minacce tramite i social network e As ci tiene a riportare il suo pensiero su quanto questo fenomeno stia diffondendosi in maniera inquietante. Ma di riportare il tutto alla polizia, Larsson non ha voglia: “Penso che non dovrei farlo. Non userò più energie per gli idioti che scelgono di affrontare la propria frustrazione in questo modo”. Nel frattempo, il club minaccia di andare a fondo alla situazione e prendere dei provvedimenti per gli incivili che hanno messo il club in condizione di perdere uno dei maggiori simboli calcistici della sua storia e di quella dell'intero paese.