Per i tifosi del Chelsea, Jimmy Floyd Hasselbaink è ancora oggi un mito. L'olandese è l'ultimo dei grandi giocatori dei Blues...dell'era pre-Abramovich ed è rimasto nel cuore dei supporter di Stamford Bridge. Qualche tempo fa, in un'intervista al DailyMail, l'ex centravanti ha raccontato la sua esperienza tra sogni di grandezza e delusioni.

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Hasselbaink, ricordi in Blues fra Ranieri e Mourinho
L'olandese è l'ultimo dei grandi giocatori dei Blues...dell'era pre-Abramovich e racconta la sua esperienza in quel Chelsea sospeso tra sogni di grandezza e delusioni
RANIERI - Non un grande rapporto con Ranieri. "Un paio di settimane prima dell'inizio del campionato, mi chiama nel suo ufficio. Mi dice che ho sempre fatto bene con lui, ma che ora ha soldi da spendere e quindi potrei dovermi trovare una nuova squadra. Gli ho detto che non sarei andato da nessuna parte. Mi ha spiegato che non avrei giocato molto. E io ho risposto che alla fine avrebbe avuto bisogno anche di me". Detto, fatto. Nel match contro il Liverpool, Hasselbaink entra con il parziale sull'1-1, segna, risolve la partita e...non è comunque felice. "In quel periodo Ranieri mi ha trattato davvero male. Non mi aveva fatto giocare in una partita dei preliminari di Champions League. Quindi, quando ho segnato, è uscita fuori tutta la rabbia che avevo".

MOURINHO - Paradossalmente, però, con Ranieri Hasselbaink gioca il suo miglior calcio di tutta la sua carriera. Nessuna riconoscenza però. "Io non sono mai sceso in campo per un allenatore, ma l'ho fatto per me e per la mia famiglia, dando tutto quello che avevo". Poi è arrivato Mourinho e con il portoghese alla guida dei blues è cambiato tutto. Compreso il destino del centravanti. "Mourinho mi ha usato come esempio, con lui funziona così. Voleva dimostrare che poteva lasciare andare via chiunque, anche i grandi giocatori. Voleva far capire chi comandava e ha usato me. Ha vinto la Premier quell'anno, e sarei potuto esserci anche io. Fa sempre così. Ma è il suo modo di allenare e di ottenere successi. E non si può fargliene una colpa". Anche perché palmares alla mano, difficile dargli torto.
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