Tredici vittorie consecutive. La possibilità di staccare il Liverpool e allontanarlo quasi definitivamente dalla lotta per il titolo. Guardiola ha ritrovato il City che aveva perso lo scorso anno. E sono tornati ovviamente anche i risultati. Primato in classifica e la possibilità di vincere il terzo titolo in quattro stagioni. In una lunga intervista rilasciata a Sky Sports, il tecnico ha spiegato alcuni principi del suo calcio. Sembrerà incredibile, ma è estremamente difensivo. Non a caso il City è tornato in testa da quando ha chiuso a chiave la porta. Appena 13, i gol subiti in 21 partite giocate. Lo United, per capirsi, ne ha presi già più del doppio.
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Guardiola, il “nipote” di Liedholm: “Se teniamo palla, non ce l’hanno gli avversari”
Il tecnico ha spiegato la propria filosofia di gioco. Una evoluzione della teoria dello svedese.

LIEDHOLM - Guardiola ha sempre offerto una proposta di calcio spettacolare e divertente. Eppure è un "difensivista". Sebbene interpreti il concetto in modo del tutto originale. "Il motivo per cui la nostra difesa è tornata a non subire gol è molto semplice. Abbiamo, in media, il 67% di possesso palla. E se il pallone ce l'abbiamo noi, non è a disposizione degli avversari". Qualcosa di già sentito negli anni '80. Liedholm, altro rivoluzionario. Guardiola ha approfondito e sviluppato i concetti del tecnico svedese. "Certo, possono segnarci in contropiede o su punizione, ma è innegabile che più tempo si passa con il pallone fra i piedi, più avremo possibilità di non subire. E ovviamente, di segnare."
ALTI - Difesa dunque, ma altissima. E anche per questo c'è una spiegazione: recuperando il pallone nella metà campo avversaria si deve coprire meno campo. E se in campo ci sono giocatori dai piedi buoni, difficilmente si perderà il controllo dell'azione. "Le mie squadre hanno subito sempre pochi gol. A Mancherter, Monaco o Barcellona. E ci siamo riusciti alzando la difesa a 50 metri dalla nostra porta. Ecco perché mi servono calciatori in grado di padroneggiare il pallone. Schiacciare gli avversari permette di segnare molto e subire poco. E motivo i miei calciatori spiegandogli che sono diventati giocatori di calcio proprio perché sanno giocare con il pallone. Sembra stupido e banale ma è un principio che paga".
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