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Il Gran Premio delle Fiandre – La Ronde, tra passione e business

Il Giro delle Fiandre è una delle classiche più amate, ma anche un evento sportivo che procura al territorio un indotto economico degno di un Gran Premio di Formula 1.

Francesco Cavallini

Corsa ciclistica? Certo, anche una delle più famose ed amate. Una classica monumento, di quelle in cui una vittoria può valere se non una carriera, almeno una stagione. Il Giro delle Fiandre, che nell'edizione 2018 prevede 265 chilometri in linea da Anversa ad Oudenaarde, nel cuore fiammingo del Belgio. Tra un muro e l'altro, delle vere e proprie coltellate alle gambe date da strappi ripidissimi sull'imprevedibile pavè, si sono scritte pagine di leggenda dei pedali. Ma da qualche tempo a questa parte, le Fiandre sembrano ospitare non più una corsa ciclistica, quanto un vero e proprio...Gran Premio. Almeno a giudicare dagli introiti economici.

Giro delle Fiandre, passione e business

La Ronde, come la chiamano i locali, attrae ogni anno un numero di tifosi sempre maggiore. Ed il ciclismo, sport popolare per eccellenza, rischia di lasciare il posto al business. Alberghi strapieni, un indotto per la zona nord del Belgio davvero degno di una tre giorni di formula uno. Da tutto il paese, anzi, da tutta Europa arrivano orde di appassionati, che nella classica per eccellenza vedono ancora quel ciclismo di una volta...da una prospettiva però molto più moderna. C'è chi arriva con camper iperattrezzati, chi addirittura si accampa non curandosi del vento e della pioggia, che tra il pavè e la polvere spesso fa capolino nella settimana di gara. Ma alla scomodità sono tutti abituati. Il Giro delle Fiandre non si è fermato durante la Seconda Guerra Mondiale, impossibile che il maltempo possa avere voce in capitolo.

L'Italia ha Nibali, uno squalo in piena caccia

E dopo il trionfo di Nibali alla Milano-Sanremo, c'è qualche speranza per l'Italia dei pedali di rinverdire momenti di gloria per gli azzurri. Come il tris di Fiorenzo Magni, un po' di tricolore nelle 69 vittorie dei padroni di casa. O le vittorie di Zandegù, Argentin, Bugno, Bartoli, Bortolami, Tafi e Ballan, l'ultimo italiano in grado di domare i muri nell'ormai lontano 2007. Per la punta di diamante azzurra, sarà una prima volta molto speciale. Si può chiedere ad uno squalo di...nuotare sul pavè? Decisamente sì, se è vero che il siciliano difficilmente scende in strada tanto per allenarsi. Anche se, a rigor di logica, i favoriti sono altri.

I favoriti: Sagan e gli altri

Primo su tutti il nuovo cannibale, che sulle strade del Belgio vuole raggiungere Merckx. Già, perchè strano a dirsi, ma il leggendario Eddy ha vinto solo due volte sulle strade di casa e Sagan ha trionfato nel 2016. Con un'altra vittoria, lo slovacco confermerebbe il suo ottimo stato di forma, già certificato dalla Gand-Wevelgem vinta davanti al nostro Viviani. Tra i padroni di casa occhio a Van Avermaet, che a quasi trentatre anni sogna l'affermazioni nella terra che lo ha cresciuto. La rappresentanza del Belgio vallone spetta invece a Philippe Gilbert, campione in carica, che continua ad ignorare che la carta di identità segna 36 primavere. Tra gli altri italiani, occhio a Trentin, che in tutte le classiche ha tentato di attaccare. Chissà che non sia lui ad arrampicarsi sui muri di pavè e a vincere...il Gran Premio delle Fiandre.