Due minuti che possono cambiare una stagione. La Lazio si ritrova ancora una volta alle prese con il VAR. Un rapporto nato male e che sta continuando peggio. Ma cosa è successo in quei concitatissimi 120 secondi che hanno ridisegnato inerzia e destini di Lazio-Torino?
L’azione incriminata, poi Giacomelli va al monitor
Immobile penetra in area di rigore, sul pallone interviene Iago Falque. Il braccio è aperto distante dal corpo, ma i due giocatori sono vicinissimi. Il centravanti della Lazio, nel proseguo dell’azione, colpisce prima il palo e poi…Burdisso. Si scatena una mischia. L’arbitro Giacomelli è richiamato da Di Bello, deputato al VAR. Attimi di suspense. L’arbitro si dirige verso il centro del campo ma non assegna il rigore, anzi espelle Immobile. Cosa si sono detti? Cosa è successo?
Un rigore che non sarebbe arrivato mai
L’arbitro Giacomelli non avrebbe mai e poi mai assegnato il rigore per la Lazio. Perchè non è andato verso il monitor a sincerarsi di quanto accaduto fra Immobile e Iago Falque, quanto del contatto fra il centravanti biancoceleste e Burdisso. E quando estrae il rosso, lo stupore è generale. Burdisso, secondo la ricostruzione, spiega al direttore di gara che Immobile non lo ha colpito con una testata, ma non c’è niente da fare. La decisione è presa. E, attenzione, non è di Giacomelli. É stato deciso lassù, là dove si puote. E, citando Dante, più non dimandare. Il direttore di gara parla con il calciatore del Torino e gli conferma che la decisione non è sua. Inzaghi è una furia, Tare, che ha raccontato l’episodio, si chiede come sia possibile che l’arbitro sia arrivato a controllare il monitor per sentenziare un’espulsione piuttosto che per schiarirsi le idee sulla possibilità o meno di assegnare un calcio di rigore.
VAR, un protocollo da rivedere
La risposta è nelle parole che Giacomelli avrebbe detto a Burdisso: non avrebbe deciso lui. Quindi, è stato Di Bello con Baroni? E dunque nessuno dei tre ritiene che sia il caso di valutare il tocco di mano di Iago Falque? Sei occhi, di cui quattro fissi su un monitor, ritengono regolare quanto accade in area di rigore granata e violento e antisportivo il contatto fra Immobile e Burdisso? A questo punto resta da capire quale sia stato il principio che ha mosso Giacomelli. E certamente rivedere il protocollo del VAR. Perchè lo strumento, di fronte a un errore del genere, perde credibilità intrinseca. É un occhio elettronico ma non asettico: semplicemente perchè è manovrato da un uomo che ha dunque piena facoltà di decidere se e come utilizzarlo. Esattamente come fosse un fischietto, o un cartellino. Dunque, cosa è cambiato? Dicono si riducano gli errori, ma è abbastanza difficile spiegarlo a Tare e a Inzaghi. Più che una cura, il VAR si sta rivelando un effetto placebo. Gli arbitri si affidano al monitor. Poi possono sbagliare esattamente come prima.
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