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Gasperini: “La mia rivoluzione all’Atalanta? Ho tolto la polvere e trovato le pepite. Ho amato Ilicic e Papu”

Gasperini: “La mia rivoluzione all’Atalanta? Ho tolto la polvere e trovato le pepite. Ho amato Ilicic e Papu” - immagine 1
L'allenatore dell'Atalanta a tutto campo.

Redazione Il Posticipo

Gian Piero Gasperini, tecnico dell'Atalanta, è intervenuto ai microfoni di DAZN per analizzare le sue sette stagioni in nerazzurro: una rivoluzione che ha scritto la storia della Dea.

CAMBIAMENTO

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Un'Atalanta abituata al massimo ad esultare per una salvezza all'ultima giornata, si ritrova protagonista in Italia e in Europa. "Tanti per anni pensavano che facessimo marcature a uomo, ma non è mai stato così. Col Pescara di Galeone mi si è aperto un mondo: andare ad attaccare l'avversario, non aspettare che perdessero palla loro, ma andarla noi a conquistare. Il 3-4-3 l'ho scoperto andando in giro. La difesa a tre era una novità in Italia, al di là delle squadre bloccate che magari giocavano chiuse dietro. Il cambiamento non fu facile. Tanti giocatori che erano qui da tempo erano dei leader, ma ho sempre pensato in un modo: faccio finta di arrivare da un altro pianeta e capire quali sono i migliori. Il mio occhio cascava su questi giovanotti. Ricordo la prima volta che parlai col Presidente, mi disse che il suo sogno era quello di veder giocare i giovani del vivaio. Io guardai la rosa e pensai: ma sono già lì, bastava soltanto togliere un po' di polvere per trovare le pepite. Era una squadra inizialmente tutta italiana, di giovanissimi che sono esplosi subito".

EMOZIONI

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Spazio anche per parlare del rapporto con i calciatori. "Non sono il padre di famiglia, né mi informo su cosa fa o meno fuori dal campo, l'importante è che chi arriva qui sia nelle condizioni di far bene. Chiedo molto a livello fisico e tattico. Ero innamorato di Papu e Ilicic. Erano diversi tra loro, poi è arrivato Zapata e siamo andati in Champions. Quest'anno sono arrivati Lookman e Hojlund, ci hanno dato una bella spinta. Ora c'è un altro tipo di squadra, ho trovato la necessità di incrementare proprio i fondamentali, altrimenti non viene niente: puoi preparare quello che vuoi, ma se non ti esce il passaggio o lo stop è inutile. Non credo di fare allenamenti tanto diversi da altre squadre. E poi qui c'è un territorio produttivo di giocatori, anche nelle annate che sembrano meno produttive tiri fuori lo Scalvini di turno".