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Gama, in copertina sull’Almanacco Panini, marca stretto il calcio: “Non siamo ancora professioniste…”

Capitano dell'Italia e della Juventus e soprattutto prima donna in copertina sull'Almanacco Panini: il 2019 è un anno da incorniciare per il difensore Sara Gama, che non molla di un centimetro nella sua battaglia per cambiare il calcio in Italia

Redazione Il Posticipo

Sara Gama ha fatto la storia: il capitano dell'Italia Femminile arrivata ai quarti nello scorso Mondiale da oggi è la prima calciatrice ad essersi ritagliata uno spazio sulla copertina sull'Almanacco Panini. L'azzurra rappresenterà tutto il movimento nell'edizione 2020, l'anno solare in cui potrebbero arrivare buone notizie anche per lo status del calcio femminile in Italia. L'ufficialità della presenza della Gama in bella vista sull'Almanacco è arrivata nello stesso giorno in cui si è aperta una pista concreta che può portare finalmente al professionismo per le nostre calciatrici.

PROFESSIONISMO - L' approvazione dell'emendamento alla Legge di Bilancio che introduce sgravi in favore delle società che sottoscrivono contratti di lavoro con sportive donne è un passo importante per il calcio femminile. La Gama però ha ribadito ai microfoni di Sky Sport che la strada da fare è lunga: "Al momento non siamo professioniste, è importante spiegarlo. È stato fatto uno step, anche importante, la strada è quella giusta, ma l'obiettivo non è ancora stato raggiunto. Il governo però ha dato una grossa mano a tutte le società femminili". Ma la Gama non si è ferma qui...

"LEGGE VETUSTA" - Il difensore ha spiegato quali passi ulteriori andranno fatti per un calcio migliore al maschile e al femminile: "Il professionismo in Italia è regolato dalla legge 91 dell'81, una legge vetusta, che va riformata ma che non impedisce il professionismo da noi. Finora solo quattro sport sono professionistici". Secondo la Gama le cose adesso possono solo migliorare: "Con i soldi messi a disposizione abbiamo un aiuto e va colto. Le bambine sognano di diventare calciatrici, ma formalmente la strada è lunga. Tutti gli attori del sistema calcio devono sedersi a un tavolo e prendere scelte che garantiscano la sostenibilità del movimento femminile".