Ibrahimovic si è preso scena e trofeo, Manolo Gabbiadini ha conquistato l’Inghilterra. Con la doppietta realizzata ieri nella finale di EFL persa 3-2 contro lo United fanno 5 gol in 3 presenze in maglia Saints per l’ex Napoli. Un gol ogni 42’ per la precisione; ieri due sigilli da bomber puro (splendido il secondo ), come quelli segnati al Sunderland, col West Ham aveva dato un assaggio del suo meraviglioso sinistro. Mai in Inghilterra uno straniero aveva avuto un impatto così devastante. Eppure, in Italia s’era detto non fosse una prima punta, o comunque un cannoniere. Si può discutere sul ruolo – e lo faremo – ma i gol Gabbiadini li ha sempre fatti, che giocasse esterno d’attacco, seconda o prima punta. Di sicuro è un patrimonio del calcio italiano e gli è bastato meno di un mese in Inghilterra per ricordarcelo. Ventura ci pensi. Per quelli che “le difese inglesi non sono quelle italiane” basta riportare il recentissimo esempio di Zaza, che con la maglia del West Ham non è mai riuscito a buttarla dentro. Quella di Gabbiadini è una maturazione ed evoluzione tattica che doveva trovare compimento a Napoli; non c’è riuscito, per concorrenza e questioni di modulo. Bene nei primi 6 mesi ( gennaio-giugno 2015), lo scorso anno gli è toccato l’ingrato compito di vice Higuain; fare da riserva ad uno dei 3 attaccanti più forti del mondo ci può stare e non è affatto semplice, lui comunque si è sempre fatto trovare pronto nelle poche occasioni a disposizione. Quest’anno, con la cessione dell’argentino, pensava di vivere finalmente una stagione da titolare; non aveva fatto i conti però con l’esplosione di Milik ( più adatto al gioco di Sarri ) e non si è giocato bene le sue chances dopo l’infortunio del polacco, portando Sarri a virare sulla fortunata formula Mertens falso nueve. Timido, introverso, con poco “carattere”. Così lo dipingevano nei nostri confini. “Che sono timido e riservato lo dite voi” ha dichiarato ieri ai microfoni di Fox Sports, concetto ribadito pure in occasione della presentazione col Southampton. A dargli ragione è stato il campo. https://www.youtube.com/watch?v=gIKUkkPoFf8
Da Cittadella a Napoli, l’equivoco Gabbiadini
Prodotto del vivaio dell’Atalanta, Gabbiadini inizia a mettersi in mostra in B nel 2010-2011, con la maglia del Cittadella, dove arriva in comproprietà. La stagione precedente aveva collezionato due spezzoni di partita in maglia orobica. Con i veneti gioca seconda punta nel 4-4-2, realizzando 5 gol in 24 presenze ed imponendosi come uno dei migliori giovani della B. L’Atalanta decide quindi di richiamarlo alla base per fargli respirare l’aria della serie maggiore: la prima, vera, stagione in A è da comprimario, con 23 presenze ed un solo gol, giocando sempre da seconda punta nel 4-4-2 di Colantuono. Il talento comunque c’è, e si vede. La Juve, che ha iniziato l’opera di reclutamento dei migliori giovani italiani, ne rileva la comproprietà per 5,5 milioni, girandolo in prestito al Bologna per il 2011/2012. In Emilia Manolo riesce ad imporsi, risultando tra i maggiori protagonisti della splendida stagione della banda di Pioli che sfiora l’Europa League. Sei reti in 31 presenze, questo il bottino finale, giocando da seconda punta al fianco di Gilardino con Diamanti a supporto. Soprattutto, mette in mostra le incredibili capacità balistiche che lo rendono uno degli attaccanti più interessanti del panorama italiano. Lo stesso Pioli affermava che Gabbiadini andava lasciato libero di muoversi, di trovare la posizione più congeniale per far male col suo straordinario sinistro. A fine stagione arriva pure la prima convocazione in Nazionale.
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