Il tempo passa anche per i campioni e per Paulo Futre è il momento di un anniversario speciale: 35 anni dal suo arrivo all'Atletico Madrid, la squadra che gli è rimasta nel cuore. Per l'occasione, il portoghese ha raccontato del suo approdo ai Colchoneros a MundoDeportivo. Spiegando che di mezzo ci sono l'Inter e una fuoriserie gialla e anche che il secondo posto nel Pallone d'Oro 1987 continua a non andargli giù.

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Futre: “Era tutto fatto con l’Inter, poi è arrivato l’Atletico. Ma quel Pallone d’Oro andato a Gullit…”
Il Pallone d'Oro e l'Inter
"Il 27 maggio 1987 ho vinto la Coppa dei Campioni con il Porto contro il Bayern Monaco. Per molti ero stato il miglior giocatore della finale e dell'intero torneo. Avevo l'intero mondo del calcio ai miei piedi. Ero il favorito per il Pallone d'Oro, a cui poi sono arrivato secondo dopo una strana votazione in cui l'hanno dato al vincitore del campionato olandese. Campione d'Europa contro campione d'Olanda, continua a essere una scelta molto difficile da capire". E ogni riferimento alle vecchie polemiche per la vittoria di Gullit, che era appena passato al Milan, con...inserimento di Berlusconi non sembra per nulla casuale. Ma Futre potrebbe vendicarsi, arrivando a Milano ma dall'altra parte della città. Poi però... "Era tutto pronto per firmare per l'Inter, quando arriva uno sconosciuto dalla Spagna che moltiplica l'offerta, facendone una record per l'epoca. Era Jesus Gil. E non aveva neanche una squadra tutta sua, era candidato alla presidenza dell'Atletico".
L'Atletico e la Porsche gialla
Gil fa un'offerta...che non si può rifiutare: "Ingaggio assurdo, casa con piscina e macchina di lusso. Come faceva un ragazzo di 21 anni, cresciuto in povertà, a dire di no?". Ma quando Futre chiede consiglio a suo padre, arriva una domanda: e se Gil non vince le elezioni? Il portoghese allora chiede la macchina...subito, in modo da guadagnarci comunque qualcosa. "Gil non voleva, ma io ero irremovibile. Andiamo a un concessionario, ma l'unica macchina disponibile subito era una Porsche...gialla. Non avevo mai visto una macchina gialla, figurarsi una fuoriserie. Non sapevo che dire". Alla fine però il presidente del Porto convince il suo calciatore e Gil ottiene anche il suo spot elettorale. "La sera stessa mi hanno presentato come futuro acquisto al Jacarà, una discoteca, erano altri tempi. Il presidente ha vinto le elezioni e poco tempo dopo ho indossato la maglia biancorossa. E ora, 35 anni dopo, la mia faccia è sugli abbonamenti". Tutto grazie a...una macchina gialla.
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