La guerra dei motori e dei consumi si risolve nella…partenza a punti. La Formula 1 si spacca in due. Oggetto del contendere il regolamento 2018, che prevede l’utilizzo di “appena” tre power unit per l’intero campionato. Considerando che i GP sono 21, un motore (anche se parlando di Formula 1 il concetto di motore è superato) e l’insieme dei suoi componenti devono “vivere” per sette gare. Pari a circa 3000 km, prove comprese. Quanto basta per innescare la “guerra dei motori”.
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L’ultima frontiera della Formula 1: dalla patente a punti, alla partenza a punti
L'ultima frontiera della Formula 1? Il calcolo ponderato sulla vita e la competitività della Power Unit che comporta una scelta precisa. Meglio un motore in più e dieci posizioni in meno.
Honda e Renault: la guerra della "power unit"
Molti team sono insorti. In primis, Renault e Honda. I due colossi ritengono che la norma contrasti con il principio stesso delle sfide motoristiche, dove andrebbe premiata la potenza e la velocità, piuttosto che l’affidabilità. Ecco perché la politica delle case nipponica e francese potrebbe sfociare in un’originalissima presa di posizione. Preparare 4 power unit e scegliere deliberatamente di cambiare componenti, anche a costo di perdere posizioni in griglia di partenza. Una scelta azzardata? Neanche troppo.
Un rischio calcolato
Le sanzioni non sono così drammatiche riguardo alla competitività e ai vantaggi di un cambio di un propulsore. Un trapianto di “cuore” meccanico garantisce la possibilità di usufruire di maggiori aggiornamenti e prestazioni più elevate rispetto alla concorrenza. In parole povere: una monoposto Honda con un motore “nuovo” che parte dieci posizioni dietro una Renault con un propulsore “vissuto” è più veloce e può colmare facilmente il gap generato dalla penalizzazione. Una tesi che trova sostegno anche fra i team “clienti” e può innescare un effetto domino. Sembra che diversi team stiano pianificando scientificamente la stagione con quatto Power Unit, poiché sul piatto della bilancia i benefici sono maggiori dei vantaggi. In estrema sintesi, una vita più corta, ma più intensa e veloce.
La partenza a punti
I calcoli non sono semplici, ma, se ben calibrati, sarebbero vincenti in termini prestazionali. La tesi è semplice: cambiare motori e singoli componenti, sacrificando posizioni in griglia in cambio di propulsori più competitivi specialmente in circuiti veloci come Montreal, Spa o Monza è un vantaggio. Prepariamoci dunque a diverse sorprese. Del resto, per un quartetto molto agguerrito come Renault, Toro Rosso, McLaren, Force India, essere più veloci della concorrenza significa, con ogni probabilità, finirgli davanti anche partendo da dieci posizioni in meno. E così, dopo la patente a punti, prende corpo l’ultima idea legata al Circus: la partenza a punti.
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